Qualcuno è dubbioso…mi dice: andiamoci cauti…potrebbe essere una fake. Una menzogna. Disinformazione di guerra.
Eppure le fonti sono autorevoli, e non vengono da una parte soltanto. Solo che la notizia sembra troppo colossale. Spropositata. Difficile da credere
Il governo di Kiev – quindi Zelensky, visto che, di fatto, l’Ucraina è una democrazia sospesa, con un uomo solo al comando – ha ordinato all’ente delle biblioteche nazionali la distruzione di tutti i libri in lingua russa. In lingua. Quindi non solo di autori russi, ma anche ucraini che hanno, com’era normale, scritto in russo. Gente come Gogol, Bulgakov…insomma, robetta. Per altro, l’ordine di distruzione sembra riguardare anche le opere tradotte in russo. Quindi, praticamente…tutta la letteratura universale. Perché a Kiev e d’intorni si è sempre tradotto nella lingua di Dostoyevsky. L’Ucraino è, in effetti, una parlata popolare. Utilizzata per ballate o pièce comiche, sorta di farse. Il padre di Gogol, Vasiliev, un piccolo proprietario terriero, era uso scriverne per divertimento.
Vediamo di capirci bene. Si parla di qualcosa come milioni di libri. Una enormità. Al confronto i roghi dei libri di, “letteratura degenerata” organizzati dalle SA a Berlino, che vengono sempre enfatizzati e stigmatizzati, erano…falò di boy scouts un po’…vivaci. Un gesto puramente simbolico. Poche centinaia di volumi. E sottintendevano una sorta di giudizio critico. Erano opere degeneri secondo i canoni fissati dal Partito Nazional Socialista e dal suo Führer. Che si piccava di essere anche critico letterario. Chi ci volete fare? Ognuno ha le sue fisse…
Ma qui la cosa è ben diversa. È un, autentico, tentativo di genocidio. Abradere, cancellare dalla memoria di un intero popolo la lingua che è parte, fondante, della sua storia. Perché il 30% della popolazione dell’Ucraina è di lingua russa. Tutti gli altri sono bilingui. E di questi solo il 27% di madrelingua Ucraina.. A usare solo ed esclusivamente l’idioma locale è una sparuta minoranza sparsa nelle campagne più remote. Forse il 5%. Forse anche meno…
Eliminare totalmente la lingua russa in Ucraina, sarebbe un po’ come eliminare totalmente la lingua italiana dalla storia del nostro Friuli.
Ora io amo e apprezzo la lingua friulana, e la sua capacità espressiva. Però Biagio Marin sarà anche grande…ma non è Dante, né Ariosto. Né Leopardi.
Eppure a Kiev si sta tentando proprio di fare questo. Ha iniziato il predecessore di Zelensky, Poroshenko. Un vero democratico. Andato al potere con un golpe. O, come preferisce la vulgata mediatica, con una Primavera Colorata. Orchestrata da molto lontano. Da Wall Street. Usando Varsavia e Riga come teste di ponte. Appena al potere, vietò ovunque l’uso della lingua russa. Anche nelle scuole. Era il 2014. La rivolta del Dombass iniziò allora.
Ma Zelensky sta andando molto oltre. Vuole cancellare definitivamente il ricordo della lingua russa. E del suo legame profondo con la storia e la cultura Ucraina. Che è inscindibile da quella di Mosca. Perché Ucraina significa Marca di confine. Confine tra il mondo russo e quello germanico.
Stiamo assistendo ad una delle più bieche, e triviali, falsificazioni della storia. Alla creazione artificiale del mito di una “razza Ucraina”. Che dovrebbe solo suscitare ribrezzo intellettuale.
E, invece, viene esaltato dai grandi media occidentali. Sempre pronti, nel recente passato, a condannare, e chiedere condanne, per un ragazzino con al collo una croce celtica. Ma ora in estasi di fronte ai mercenari della Azov, con i loro vessilli con rune e svastica… Strani nazisti che piacciono tanto a Soros e compagnia … Strani antinazisti che esaltano l’idea della identità razziale del popolo ucraino. Strani compagni di letto. Strani interessi…
Stiamo assistendo ad un esperimento di genetica dei popoli e delle culture. Alla creazione artificiale, in laboratorio, di una cultura, una lingua, un popolo, una razza.
E questo perché? Una domanda elementare. E che tuttavia sembra…proibita
A chi interessa creare una identità artificiale, una storia diversa da quella reale, una razza distinta che non ha alcuna realtà? A chi interessa frammentare le grandi identità culturali in tante piccole particelle, atomi privi di autentica sostanza?
Non faccio ipotesi da dietrologo. Da terrapiattista… Constato, solo, ciò che sta avvenendo. E non in Ucraina soltanto.
Le identità dei popoli, grandi o piccoli che siano, hanno una lunga storia. Spesso complessa e intrecciata. Ed hanno, soprattutto, una radice spirituale.
Una identità astratta dal reale, prodotto di laboratorio, finanziata e promossa per interessi meramente politici ed economici, è altra cosa. Le sue radici sono altrove. Un uomo religioso direbbe nelle fucine dell’inferno.
E poi…
Quanto è più facile dominare e sfruttare una pluralità di esili ragazzotti privi di statura, che misurarsi con uomini adulti e ben formati…
Quello che sta avvenendo a Kiev con il rogo dei libri russi, non è solo una, balzana, trovata di un personaggio assolutamente incredibile ed anche, tragicamente, ridicolo, come Zelensky. È, temo, solo una delle fasi iniziali di un ben preciso progetto. Distruggere lingua e storia dei popoli. Distruggere la loro anima. E sostituirla con uno scadente prodotto. Geneticamente modificato.