Siamo lieti di condividere l’intervento svolto dall’architetto Paolo Camaiora nella sala della Biblioteca del Senato a Roma all’interno della conferenza organizzata dalla senatrice Susanna Donatella Campione dal titolo “Le donne del marmo”.
Da più di duemila anni l’uomo utilizza il marmo e la pietra quale materiale fondamentale del concetto del costruire, segnando il rapporto che lega l’incontro tra l’uomo e la natura, ne racconta tutti gli aspetti dell’umanità e dell’eternità: segna la nascita dell’uomo fino alla sua morte, basti pensare alla fonte battesimale, al sarcofago, pensiamo alla stessa selce usata come primitivo strumento di caccia e di difesa. Il marmo corre parallelamente alla vita e alla storia dell’uomo ed è anche fonte di grande insegnamenti, quali l’equilibrio, la stabilità, la forza, la durezza, ma anche la delicatezza. Il marmo è come l’uomo: ciascuna tipologia di marmo, anche proveniente dalla stessa cava, dallo stesso blocco, può avere diversi caratteri anche contrastanti fra di loro, e talvolta presenta nelle lavorazioni e nel linguaggio del marmo aspetti simili al comportamento caratteriale dell’uomo: talvolta è geloso, talvolta dispettoso, talvolta dolce. Il marmo è un materiale naturale eterno che non muore mai, è muto e diuturno testimone dell’ingegno e dell’operosità dell’uomo, ne racconta le sue gesta che vengono tramandate nel tempo.
Non esistono opere urbanistiche, architettoniche, scultoree, o rappresentazioni simboliche che non vedano l’utilizzo del marmo e della pietra. Il marmo è un materiale naturale unico ed irripetibile il cui valore aggiunto è dato proprio dalla sua unicità e dalla sua naturalezza, segna con il suo utilizzo il livello culturale e storico delle città, delle aziende che lo estraggono dai bacini minerari e lo trasformano, dei grandi scultori che nei secoli lo hanno utilizzato per raffigurare santi e uomini illustri.
Nella storia dell’uomo il marmo è stato anche elemento scatenante di guerre, si pensi alle battaglie che i Romani fecero nei confronti della popolazione autoctona, i Liguri Apuani, per impossessarsi delle cave, sconfiggendoli dopo vent’anni di dure battaglie; o le guerre economiche del periodo rinascimentale, quando il Papa Leone X con il Lodo Mediceo impose a Michelangelo Buonarroti la coltivazione delle cave e l’utilizzo esclusivo dei marmi versiliesi a discapito dei marmi estratti dalle cave carraresi.
Nel marmo e con il marmo, si trasmette silenziosamente ai presenti la memoria del passato perché si possa pensare e progettare il futuro; perché senza memoria, senza conoscenza, e soprattutto senza cultura della materia si è facili prede della superficialità che spesso alberga anche in questo settore. Il marmo, la pietra naturale è identità di un territorio, di una nazione.
L’Italia non solo possiede i due terzi del patrimonio architettonico ed artistico mondiale, ma è una nazione con una vasta e variegata quantità di materiali lapidei, se rapportati alla superficie geografica complessiva del territorio nazionale; non a caso siamo – anche in questo settore – noti in tutto il mondo per i nostri prodotti che lavoriamo ed esportiamo all’estero.
In tutto questo la politica, gli amministratori pubblici, i dirigenti delle associazioni di categoria, gli imprenditori delle aziende, possono, e debbono giocare un ruolo fondamentale nel settore delle eccellenze italiane, nel settore occupazionale, nel settore professionale, ma anche in quello del restauro conservativo, dato che il significato identitario di una determinata opera architettonica è dato dal materiale lapideo utilizzato.
Il Marmo e la Cultura sono un binomio vincente. Il vocabolo “marmo” deriva dal greco antico “màrmaron” o “màarmaros” il cui significato è quello di “pietra splendente” a sua volta derivato dal verbo “marmàirò” ovvero “splendere – brillare”. Il termine cultura invece deriva dal latino “colere” “coltivare”: termine poi utilizzato per quei componimenti che imponevano una cura verso gli dei, da cui il termine “culto”, in altre parole un insieme di conoscenze.
Perché usare il marmo di Carrara?
Per la Qualità eccezionale data dalla sua struttura fine e compatta, la tonalità bianca pura e la lucentezza naturale.
Per l’Abbondanza: le cave di marmo di Carrara sono attive da secoli e hanno fornito una grande quantità di marmo di alta qualità.
Per la Tradizione, la Storia, la versatilità. La storica tradizione dell’estrazione del marmo di Carrara hanno portato alla creazione di un’industria specializzata che produce eccezionali sculture e opere d’arte ma altresì il marmo è utilizzato in molte altre applicazioni, come pavimenti, rivestimenti, scale: del resto è un materiale da costruzione ed è quindi una scelta ideale per progetti architettonici che richiedono un alto livello di valore estetico.
I prodotti della natura come il marmo non troveranno forse mai, materiali artificiali che li superino in durata e bellezza. I progressi realizzati nella lavorazione dei marmi consentono di far fronte a tutte le esigenze tecniche ed estetiche che la moderna architettura richiede. Nessun materiale invecchia nobilmente come i prodotti naturali, che seguitano a vincere la lotta contro il tempo a tutte le latitudini.
Nella veste istituzionale che ricopro di segretario dell’Ordine degli architetti della Provincia di Massa-Carrara stiamo lavorando con il Consiglio Nazionale affinché gli architetti visitino i laboratori di marmo e le cave, le conoscano ed altresì conoscano non solo le scelte tipizzate di ogni qualità ma anche le scelte irregolari, i trovanti, i “pezzi unici”. La dimestichezza con la cava condurrà anche l’architetto a concezioni tipiche dell’impiego del marmo, che lo portino oltre che all’uso delle dimensioni comuni e medie del lastrame, anche all’impiego di quelle dimensioni eccezionali che molti marmi, e specie quelli di Carrara, consentono, e dove sta una peculiarità tipica di questo nobile elemento da costruzione.
Questa conoscenza verso i marmi, faciliterà la concezione esatta di un impiego del marmo, tecnicamente ed artisticamente; promuovendo visioni d’architettura ispirate direttamente all’impiego dei marmi: rendendo gli architetti collaboratori e propagandisti dell’impiego di questa splendida materia che ci rappresenta in Patria e nel resto del mondo.
Il comprensorio carrarese e la città di Carrara da sempre hanno ricoperto e ricoprono tuttora un ruolo primario e fondamentale di eccellenza nell’ estrazione e nella trasformazione del marmo. Carrara è una città che ha visto nei secoli transitare e soggiornare nel suo centro storico i più celebri scultori italiani e stranieri; i suoi marmi rivestono internamente ed esternamente i principali edifici di tutto il mondo, e per questo motivo possiamo asserire che il marmo di Carrara, in tutte le sue differenti qualità è indiscusso ambasciatore di quella eccellenza tutta italiana che certifica e sostiene l’alto valore qualitativo del nostro made in Italy.
Dalle cave carraresi negli anni Trenta è stato estratto il blocco di marmo più grande al mondo, dal peso di trecento tonnellate si trova qui a Roma al Foro Italico. L’Accademia di Belle Arti di Carrara ospita la sala del campionario dei marmi più antica d’Italia realizzata nel 1934, dove sono esposti 210 campioni di marmo italiani: la sala è stata restaurata nel 2018 su mia proposta e mio progetto ed ha vinto il premio nazionale di restauro da parte del Ministero dei beni culturali grazie al mecenatismo e all’Art Bonus, e sempre a Carrara è presente il Museo del Marmo, che accoglie diversi cimeli storici e blocchi di epoca romana tagliati a mano.