Il primo ministro indiano, Modi, non è, solo, il Signore dei Tranelli, come lo ha definito Riccardo Migliori nell’ultimo WKS de “Il Nodo di Gordio, a luglio scorso. È anche un, indiscutibile, Maestro dell’eufemismo, della sfumatura linguistica. Dell’arte, sottile e raffinata, del dire tutto e il contrario di tutto. Un maestro di dialettica sofistica.
Lo ha dimostrato nell’ultimo G20. Che si è tenuto, nei giorni scorsi, in India. A Nuova Delhi. Un vertice estremamente difficile, per le tante tensioni, latenti e non, che attraversavano i partecipanti. E Modi, come padrone di casa, le ha dovute gestire con non poche difficoltà. Sin dai mesi precedenti.
La prima grana è stata rappresentata dal solito prezzemolino. Il presidente ucraino Zelenski, che pretendeva di venire invitato per parlare, al solito, della “aggressione russa” al suo paese.
Pratica che, in verità, Modi ha evaso senza porsi troppi problemi.
Il G20 si deve occupare di problemi economici, ha risposto seccamente. Conflitti ed altro non sono all’ordine del giorno. E i partecipanti a pieno titolo, come anche gli ospiti, rappresentano paesi di notevole peso economico o con grandi prospettive di sviluppo. Cosa che, ha sottinteso, non è l’Ucraina.
E Zelenski se l’è dovuta mettere via. Così come i suoi sostenitori, Washington ed europei, che avrebbero voluto trasformare il vertice di Delhi in un atto d’accusa contro Mosca.
Naturalmente, restava sullo sfondo il problema dei problemi. La dichiarazione congiunta finale. Che Biden, o meglio chi si cela dietro nonno Joe, ed alleati volevano condannasse esplicitamente la Russia.
E qui Modi ha rivelato tutta la sua abilità nel manipolare il linguaggio. Da vero erede delle scuole classiche dei dialettici indiani. Che poco o nulla hanno da invidiare ai Sofisti greci.
Ha limato, chiosato, esercitato l’atte dell’eufemismo, dell’arabesco logico…
E ne è sortita una dichiarazione finale che è, semplicemente, un capolavoro. Del non detto.
E il sorriso finale di Lavrov, mentre stringeva la mano di Modi, ne è la riprova. Il gatto che ha appena mangiato il canarino.
Modi, da parte sua, ha portato a casa la nuova Via commerciale per le merci indiane. Che, da alcuni “leader” europei viene spacciata come alternativa alla Via della Seta cinese.
In realtà serve, prevalentemente, solo all’India, per rafforzare la sua posizione commerciale. Ma non può, assolutamente, sostituire il grande progetto di Xi Jinping. Che ha ricadute molto più importanti sulle economie europee. Sia positive, se stanno al gioco. Sia negative, se vi si sottraggono. O, peggio, se non stanno ai patti, per seguire le direttive di Washington.
L’India sta, comunque, dimostrando di essere un attore di primo piano della scena geopolitica mondiale.
E l’abilita “dialettica” di Modi è qualcosa con cui tutti, in Occidente come in Oriente, devono imparare a misurarsi.