“Il signore delle mosche”, opera d’esordio di William Golding, è diventata sicuramente una pietra miliare della letteratura.
Nella sua semplicità, scalfendo la storia che i lettori trovano in superficie, ricca di politica, pianti, scontri ed irruenza, fornisce un punto di vista sulla reale natura del genere umano. Come ogni argomento di natura filosofica, è ampiamente interpretabile e la riflessione che seguirà punta unicamente a fornire un possibile punto di vista del suo significato nascosto.
Un gruppo di bambini trovatisi soli e senza “grandi” deve riuscire a sopravvivere su un’isola deserta fino all’arrivo dei soccorsi.
Da subito spiccano figure carismatiche che, più o meno democraticamente, prendono il potere ed iniziano a guidare il gruppo.
Le dinamiche politiche si delineano da subito, e cambiando inesorabilmente nel tempo, lasciano spazio alla vera natura dell’uomo che nulla dimostra di avere a che fare con la civiltà.
Ma cos’è la civiltà, se non un insieme di idee condivise dalla maggioranza che formano una morale comune?
I bambini per definizione hanno meno filtri comportamentali degli adulti, non conoscono l’etichetta e non si curano troppo delle ripercussioni che le loro azioni possano avere sugli altri. Questa storia riesce a parlare allo stesso tempo di ordine e disordine, di democrazia e di dittatura, di sopravvivenza e, in ultima battuta, di morte.

Il crearsi di due fazioni dimostra che l’essere umano ha degli istinti primordiali e che, quando questi non vengono regolati da una morale comune, la ragione viene meno e l’animale ha la meglio.
Il desiderio di comandare al posto di qualcun’altro genera inevitabilmente caos e il desiderio di un nuovo ordine, porta al disordine.
Questo libro è la metafora perfetta della propaganda politica e del pensiero unico che hanno caratterizzato le grandi dittature della storia, le rivoluzioni ed i colpi di stato.
Tra i vari simboli che l’autore inserisce nel racconto, gli occhiali del personaggio soprannominato “Piggy” portano al lettore un’allegoria cruenta e iper-realistica. Gli occhiali come strumento per vedere con chiarezza le cose, vengono invece usati per accendere il fuoco e, successivamente, nel momento in cui la ragione viene meno e subentra definitivamente la bestia, vengono rotti perché, da quel momento, la chiarezza e la realtà circostante perdono completamente di importanza.
La maestria di Golding consiste proprio nel saper racchiudere tutto questo in una semplice storia di ragazzini sempre attuale e da leggere tutta d’un fiato.
E voi, come vi sareste comportati sull’isola?
