La Treccani che inserisce assurdità nel vocabolario italiano dovrebbe, per coerenza, eliminare una parola ormai desueta, inutile: sindacato. Aumenta la precarietà e il sindacato? Muto. Aumenta la povertà anche tra i lavoratori e il sindacato? Muto. Si riducono i diritti sociali e il sindacato sempre muto. Da cinghia di trasmissione del Pci (e di Psi e Dc a seconda delle organizzazioni) si è trasformato in cinghia di trasmissione del draghismo più squallido.
Totalmente superfluo in questa fase della storia italica. Nessuna marcia per la pace, nessuna manifestazione per difendere i diritti dei lavoratori. Nessuna iniziativa concreta per l’ambiente. Ovviamente tutti si attendono che, dopo il 25 settembre, il sindacato torni a vivere ed a protestare veementemente contro il governo della destra. Che sarà responsabile della macelleria sociale, della crisi, della povertà, della precarietà.
Peccato che, di fatto, Meloni abbia già chiarito che seguirà la misteriosa agenda Draghi. Perfetta, per i sindacati, se la gestisce Sua Mediocrità, ma inaccettabile se la segue la destra. Ed allora meglio prepararsi ad un autunno di scioperi a favore dei clandestini che faranno concorrenza al ribasso agli italiani. Di manifestazioni contro gli anziani che oseranno accendere una stufa nelle ore vietate dai maggiordomi atlantisti.
D’altronde sono questi i veri problemi per il sindacato italiano. Mica si può manifestare contro lo spostamento all’estero delle sedi fiscali dei grandi gruppi industriali. Mica ci si può indignare per la vendita della Fiat ai francesi che, giustamente, tutelano innanzitutto i lavoratori transalpini. Mica si può far caso al crollo delle vendite di auto elettriche in Italia (-20% nel periodo gennaio-agosto) mentre in Europa le vendite aumentano. Il sindacato non ha un ruolo propositivo, non ha progettualità. Ed una protesta sterile appare davvero troppo poco per sopravvivere.