Cari electomagici, immagino che tra voi ci sia qualcuno che, mercè fortunali ed acquazzoni estivi, sia incappato, qualche volta, in un allagamento di quei simpatici sottopassi che felicitano le nostre pianure, da Alessandria a Padova, da Cremona a Ferrara.
Sapete, quegli sgraziati parallelepipedi di cemento, con un buco in mezzo, che permettono a ferrotramvie e strade di incrociarsi senza intoppi e che, quando dal cielo viene giù a catinelle, hanno la pittoresca tendenza a trasformarsi in leggiadre piscinette e, talvolta, ahimè, in tonnare di automobilisti ignari?
Ecco, parlo proprio di quelli: gli stramaledetti sottopassi, che, in virtù delle specificità idrogeologiche della nostra bella terra, rappresentano, da sempre un problemino per le pubbliche amministrazioni.
Problemino non solo etico ed estetico, ma anche, in corpore vili, di natura economica, giacchè porre mano alla questione, spesso, è costoso e non sempre risolutivo.
Così, vi faccio un bell’esempio che conosco, di una felice sinergia (una volta tanto) tra politica locale ed intrapresa privata, per la soluzione del problemino stesso. Dovete sapere che, in un paese della Bassa bergamasca, che si chiama Osio Sotto, nel 1990 venne costruito uno di quei sottopassi malefici: il manufatto aveva un difetto strutturale, che lo faceva allagare ad ogni scoscio di pioggia, con disagi per il traffico e qualche decina di automobili da buttare via, causa la sosta forzata nell’acqua.
Dopo dieci anni di lamentele, richieste di danni al comune e compagnia bella, la giunta comunale decise di affrontare drasticamente il problema, scontrandosi, però, con soluzioni che, per quanto, sulla carta, avveniristiche, risultavano care come il fuoco: pompe elettriche o condotte di scarico a fiume, che sarebbero costate un capitale, fin dalla progettazione, senza garantire il successo assoluto.
A questo punto, salta fuori l’alpino Gherardi, figura semimitologica di artigliere da montagna, che, con il piglio tipico di quelli come lui, si offre di risolvere il problema con una soluzione vecchia maniera: i vasi comunicanti.
Va detto che il Gherardi, titolare di una impresa di scavi edili, è proprio un alpino come la gente si immagina che siano gli alpini: poche balle e molti fatti. Si presenta al sindaco, gli spiega perché una volta si faceva così, e funzionava, e si offre di fare i lavori gratis, per non sputtanare l’amministrazione in caso di fiasco.
Sembra una storia di altri tempi: invece è una storia di vent’anni fa, che dura ancora. Eggià, perché Gherardi ha scavato, accanto al piano di scorrimento, dei pozzi perdenti in calcestruzzo prefabbricato, ha riempito con sassi di drenaggio, e ha consegnato il pacchetto al suo sindaco: dopo vent’anni, il sistema funziona ancora perfettamente, e non c’è stato un solo allagamento.
Insomma, un alpino con la terza media ha fatto risparmiare al suo comune un sacco di soldi, che geologi ed ingegneri gli avrebbero viceversa fatto spendere.
Questo non vuol dire che le lauree non servano a niente: vuol dire che, a volte, anche l’esperienza può validamente risolvere certi problemi.
Naturalmente, non tutti sono disposti, come il Gherardi, a lavorare gratis per la collettività (lui, veramente, l’ha fatto anche per gli alpini, rimettendo in sesto la sua vecchia caserma, l’”Hotel De Caroli” di Vipiteno).
Però suggerisco a tanti pubblici amministratori che ci leggono e che, si suppone, siano dotati di buon senso, di riflettere su questo piccolo apologo: dove hanno fallito i Soloni, è riuscito un cittadino, dotato solo di esperienza sul campo, della saggezza dei suoi vecchi e di tanta buona volontà.
Anche il sindaco di Osio ha fatto la sua parte, accordando fiducia a Gherardi: ma i fatti gli hanno dato, per fortuna, ragione. Perché, comunque, i costi delle soluzioni come quella che vi ho raccontato sono enormemente inferiori, rispetto a più ambiziosi progetti d’autore.
A volte, rimboccarsi le maniche conta più che farsi il nodo alla cravatta. Se vi interessano delucidazioni sul “Sistema Gherardi”, potete rivolgervi direttamente a lui: noi alpini siamo gente disponibile. Intelligenti pauca.