C’era una volta il “Soccorso Rosso”, quel sistema di solidarietà tra tutti i compagni danarosi che garantivano non solidarietà morale bensì quattrini, avvocati, vie di fuga, ville ed alloggi in Italia e all’estero per ospitare i latitanti. Compresi i peggiori assassini. Gli Anni di piombo sono finiti, ma il Soccorso Rosso funziona sempre. In altri campi. La solidarietà che è impossibile da ottenere all’interno dei partiti o tra partiti, scatta immancabile quando, ad esempio, bisogna sostenere un libro o una canzone di un qualsiasi compagno o compagna.
Un tam tam rapido ed efficiente. Hai scritto un fumetto di nessun valore? Hai realizzato un’opera d’arte che la domestica stava per buttare nel bidone dei rifiuti convinta che si trattasse di immondizia? Hai organizzato un tuo concerto anche se non sai cantare? Nessun problema, arriva Soccorso Rosso! “Mio Dio com’è bravo Tizio”, “Ma avete letto l’ultimo saggio di Caia? Un ca-po-la-vo-ro!”, “Le foto di Sempronio? Cartier Bresson morirebbe d’invidia”. E vai di social, vai di influencer.
La macchina del consenso si scatena. Rai, Mediaset, Cairo. Tutti insieme appassionatamente. Ovvio che, in questo modo, vendi a prescindere dalla qualità. E più vendi più il sistema ti protegge, ti coccola, ti spinge. Tutti che si rilanciano su Twitter, su Facebook, su Instagram. Cuoricini, like, “Pucci sei meravigliosa”, “Grazie Cicci, sei troppo buona”. Qualche salotto, due coppe di champagne ed un po’ di quinoa e si è pronti a ricominciare per il prossimo meraviglioso, eccitante, imperdibile.
A destra funziona diversamente. Se anche scrivi la nuova Divina Commedia la prima reazione è: “Ma in che gruppo è?”. Per poi passare ad esaminare le diverse opere. Poco importa che i critici non abbiano la benché minima competenza e professionalità. In ogni caso ci sarà qualcosa che non va bene. E, di conseguenza, ci sarà l’alibi per non promuoverla, per non sostenerla, per non scriverne, per non parlarne in tv negli spazi inutilmente lottizzati. “Sì, sì, non è male, però D’Annunzio..”, “Bravina, per carità, però vuoi mettere Doisneau?”.. Manco sanno chi sia Leni Riefenstahl, ovviamente. Ma se si tratta di assessori del centrodestra, anche Doisneau è uno sconosciuto e Cartier Bresson è un orologio.
Da un lato scatta la solidarietà che premia anche le capre, dall’altro l’invidia e la gelosia che frena ogni crescita. Così si spiega il successo di Saviano e l’emarginazione di chi vale molto più di Saviano. Ma non cambierà nulla il 26 settembre.