Io ti ho fatto, io ti distruggo. In fondo l’atteggiamento di Beppe Grillo nei confronti del Movimento dei pentapoltronati non è molto diverso dalle mamme che, in preda alla follia, uccidono i propri pargoli. Solo che quella di Beppe non è una follia, seppur lucida, ma è una comprensibile operazione per tutelare il figlio accusato di stupro. Io distruggo il Movimento, lo porto a confluire nel Pd e tu, giustizia politicizzata, lasci stare il pupo.
E poi, in fondo, la svendita dei 5 poltrone anticipa solo i tempi di un declino inevitabile. Lo squallore della classe dirigente non è un problema solo del centrodestra, ma raggiunge il culmine tra i pentapoltronati. Toninelli, Azzolina, De Micheli (ah no, l’ultima era un simbolo dello squallore Pd) sono soltanto alcuni degli esempi di miracolati imposti all’Italia. Se poi si passa al livello locale, il disastro è ancora più evidente, come dimostrano i risultati umilianti ottenuti a Roma e Torino.
Eppure, per qualche anno, i 5 Stelle – non ancora divenuti 5 poltrone – hanno davvero rappresentato il sogno del cambiamento, della rivoluzione possibile, della cacciata degli oligarchi. Poi, da perfetti italiani, hanno alzato la bandiera del “tengo famiglia” ed hanno accettato qualsiasi compromesso, purché al ribasso. La consapevolezza di valere poco, anzi pochissimo, a livello personale ha spinto ad accordarsi con chiunque garantisse la conservazione della poltrona il più a lungo possibile.
Con la scusa del Covid si sono rinviate le elezioni, ma prima o poi bisognava andare al voto e la prima legnata è arrivata. Inesorabile. Ora Beppe, utilizzando la marionetta Conte, dovrà completare il percorso verso il baratro. Annientando i pentapoltronati nel calderone del Pd. In cambio della tutela nei confronti del figlio e, possibilmente, della garanzia di qualche collegio sicuro per i propri fedelissimi alle future elezioni politiche.
Davvero un po’ poco rispetto alle illusioni create dai grandi comizi di Beppe all’inizio del sogno. I sogni muoiono all’alba, ma a volte basta un banco a rotelle per trasformarli in incubi e provocare un brusco risveglio.