Mentre i vertici del centrodestra torinese, civici compresi, osservano indifferenti lo scorrere del tempo, a sinistra la bagarre per individuare il candidato giusto non conosce tregua. Al di là delle presenze di bandiera (più di fazzoletto che di bandiera), lo scontro pare ormai ristretto a Stefano Lo Russo e Mauro Salizzoni. Il primo sostenuto dal Sistema Torino che si sente tranquillizzato dalla totale mancanza di prospettive di cambiamento. Il secondo con l’appoggio dell’establishment romano che lo ha individuato come candidato ideale per attirare i voti dei 5 Stelle.
Programmi? Beh, non bisogna esagerare con le pretese. Tanto lo scontro verterà sul numero di piste ciclabili, sulla velocità consentita alle auto, su quanti punti di libero spaccio sorvolare, su quali compagni trasformare in fari culturali per la città e per l’umanità intera.

Lo scenario è così squallido che, per movimentare un po’ la scena, un giornalista (Gioele Urso) si è inventato una sua candidatura a sinistra. Suscitando, probabilmente, più timori che risate anche perché il senso dell’umorismo latita alquanto.
Sul fronte opposto, invece, tutto tace. Anche in questo caso i programmi restano un oggetto misterioso. Teoricamente il candidato unitario dovrebbe essere Paolo Damilano, per la semplice ragione che nessuno si è opposto formalmente. L’entusiasmo è un’altra cosa. Però tutti lavorano sotto traccia per spingere le proprie candidature di partito, di corrente, di sottocorrente.

In realtà qualcuno, a destra, si ostina anche a pensare. Così Nazione futura lavora ad un programma per Torino che sta stilando con il contributo della società civile. Mentre Aliud organizza incontri – anche in presenza – per far crescere una nuova classe dirigente partendo dai ragazzi più giovani. L’ultima iniziativa ha visto tre ragazze affrontare il problema della censura messa in atto dai social nei confronti del pensiero non omologato. Sottolineando che non basta essere proprietari di una piattaforma per essere liberi di discriminare chi non si allinea al politicamente corretto. In caso contrario dalla censura del pensiero si potrà passare alla mancata distribuzione di gas o elettricità sulla base delle scelte elettorali del singolo inquilino.