Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate ,
Ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla… ( Martin Luter King)
È Mino Giachino, leader del movimento torinese Sì Tav Sì Lavoro, ad aver invitato ad Electomagazine questo pensiero per sottolineare la differenza tra chi, come lui, ha avviato una serie di iniziative – dalla manifestazione a favore dell’alta velocità ferroviaria al tavolo per l’automotive – e chi si presenta ora sulla scena sperando di approfittare del lavoro altrui. Peccato che il lavoro altrui, con l’eccezione proprio di Giachino, a Torino non si veda.
Paradossalmente le uniche iniziative, compresa quella contro la criminalità nella periferia nord della città, sono state proposte da un non eletto di un partito che non è arrivato in consiglio comunale. Mentre l’oppofinzione è praticamente scomparsa dalla scena. E, ancora una volta, è paradossale che sia un altro gruppo che non ha rappresentanti in Sala Rossa – Nazione futura che sosteneva Ferrante De Benedictis nelle liste di Fdi – a provare ad organizzare una sorta di scuola politica a Torino.
È vero che, per ora, anche la maggioranza non brilla per attivismo. Ma proprio per questo una opposizione che non fosse oppofinzione sarebbe impegnata a pungolare, a stimolare, a protestare, a proporre. Sarebbe impegnata ad evidenziare i problemi, i ritardi, le incongruenze. Si ribellerebbe all’inerzia sulla criminalità impunita, alla totale assenza di progetti per il rilancio di Torino, alla mancanza di strategie e di visione.

Invece al poco della maggioranza (anche il trionfalismo per l’Eurovision Song Contest è uno dei rari meriti di Appendino) si contrappone il nulla dell’oppofinzione, costretta a ricorrere alle idee di un non eletto per sopperire alla propria impreparazione o scarsa voglia di impegnarsi.