Già era considerata la seconda città meridionale d’Italia, alle spalle di Napoli, per il numero di abitanti di origine del Sud. Ora Torino diventa la prima città meridionale a livello universitario. La classifica stilata dal Censis boccia, infatti, sia l’Ateneo sia il Politecnico.
Tra le grandi Università italiane, con oltre 40mila iscritti, Torino perde due posti e si piazza dietro Bologna, Padova, Firenze, Roma La Sapienza, Pisa e Milano. Precede solo Bari, Catania e Napoli Federico II.
Quanto al Politecnico, fiore all’occhiello della città subalpina nelle dichiarazioni ufficiali dei politici e dei vertici economici, si piazza non solo dietro Milano ma anche dietro Venezia, precedendo solo Bari. E dire che il rettore del Politecnico di Torino viene spesso indicato come possibile candidato “civico” per una coalizione di centro sinistra magari insieme ai pentastellati: una garanzia..
D’altronde sarebbe stato strano se il sistema universitario subalpino si fosse dimostrato molto diverso rispetto alla città. I docenti, in larga misura, sono espressione di quel Sistema Torino che si è ridotto ad un Sotto Sistema. Poco coraggio, ancor meno investimenti, nessuna fiducia nelle giovani generazioni. Poche borse di studio, servizi inadeguati, dalle mense ai posti letto sino alle aule ed alle biblioteche.
Dunque non critiche alla docenza ma all’organizzazione, alla gestione, alla struttura. Carenze di sistema, ancora una volta, e non dei singoli. E tenendo conto che, all’interno delle Università, esistono anche strutture di eccellenza gestiste benissimo, diventa ancora più significativa la bocciatura complessiva. Perché significa che la gestione “normale” è decisamente più scarsa di quanto appaia dal risultato finale che tiene conto anche delle eccellenze.
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