Non sono bastati gli eserciti di esodati. Non sono bastate le stragi di lavoratori anziani costretti a proseguire l’attività per riuscire a sopravvivere e che invece si ritrovano in una cassa da morto. I capolavori di Elsa Fornero non sono stati dimenticati dalle vittime, però sono stati accantonati dal Sistema e Sottosistema Torino pronti a collocare “Elsa la belva” ai vertici della Compagnia di Sanpaolo, ossia la fondazione bancaria che decide, di fatto, gli investimenti principali sul territorio piemontese, valdostano e ligure.
Considerando il suo brillante passato da ministro, una sua nomina alla guida della Compagnia di Sanpaolo potrebbe portare non a nuovi investimenti bensì alla svendita del patrimonio culturale del Nord Ovest. Invece di aiutare le persone in difficoltà, si potrebbe passare alla pretesa che siano i senzatetto ad offrire un contributo alle banche.
Ma anche qualora si proseguisse con le elargizioni da parte della Compagnia, sono facilmente immaginabili i beneficiari ed i criteri di scelta. Un Sistema sempre più blindato e di sempre minor qualità. Scelte imbarazzanti, promozioni di amanti, riciclaggio di trombati. Tutti insieme appassionatamente. Per poi impegnarsi, esclusivamente, a chiedere che i chierici di regime evitino accuratamente di raccontare tutto questo. Tanto l’oppofinzione non è assolutamente in grado di raccontare tutto ciò che succede dietro le quinte. Dunque da un lato prevale il diritto all’amore ed alla distribuzione di denaro pubblico alla fortunata amata, dall’altro bisogna far contenti gli ex poteri forti trovando un lavoro strapagato agli esuberi.
E poi arriva Giachino, che casca dal pero, e si accorge che tra amanti ed amici degli amici la città resta in crisi prolungata e senza prospettive di rilancio.
2 commenti
Ottimo articolo senza peli sulla lingua. L’unica cosa che non condivido è l’affermazione secondo cui “Giachino casca dal pero”. Infatti è da anni che tenta con ogni mezzo di far capire ai torinesi, e non, come vanno le cose in città.
Mi spiace dissentire dall’analisi dell’autore: pur essendo io stesso “vittima” della riforma pensionistica della prof.ssa Fornero (con quasi 8 anni di lavoro extra), le faccio notare che la riforma tanto criticata è quella che ha salvato l’INPS , ente massacrato da tante uscite anticipate negli anni ’80, per scelte politiche che si preoccupavano di raccogliere voti. La Fornero ha fatto parte del gruppo di studio del prof. Castellino, grandissimo precursore dello studio dei sistemi pensionistici presso l’università di Torino. Se i giovani di oggi potranno avere una speranza, occorre mettere ancora mano agli assegni di pensione, non solo quelli a venire, anche quelli già definiti. E se non lo faranno le leggi, ci penserà l’inflazione: tre anni con un’inflazione del 20% totale, consentono di risparmiare il 10% sulla spesa pensionistica.
Un saluto.