Le donne in Afghanistan non potranno andare a scuola e sarà loro vietato l’accesso ai posti di lavoro. Relegate a casa “a fare figli”. Uno dei diritti negati al mondo femminile dai talebani è l’istruzione. Divieti che si uniscono a quello di fare sport, lavorare, ascoltare musica.
Le promesse dei talebani di mantenere le libertà conquistate dalle donne, pur nel rispetto della sharia, di permettere ad esempio alle ragazze di studiare, di poter andare all’università, di poter continuare a lavorare purché indossando il velo, non sono state mantenute.
Per le donne afghane la vita nel loro Paese si fa sempre più complicata. Scuole aperte dopo un mese di pausa, ma da questa settimana hanno infatti ripreso le lezioni di elementari, medie e licei solo i maschi. Porte serrate per le bambine e le ragazze. Esattamente come le professoresse, che non hanno potuto riprendere l’insegnamento nei loro istituti.
Nelle aule universitarie, le ragazze hanno sì accesso, ma in locali ben separati per genere e solo se accompagnate dai mariti. Un’atmosfera di incertezza che colpisce soprattutto l’universo femminile. Donne che sono scese in strada per difendere vent’anni di lotte, di quotidiane conquiste di libertà che pian piano andavano a costruire la pace e una luminosa strada verso il futuro, e che ora sono completamente state azzerate in un solo colpo.
Il portavoce dei talebani Hashimi, chiarisce ogni dubbio: le donne devono stare a casa a fare figli perché «non è assolutamente necessario che una donna faccia parte del governo. Non rappresenteranno mai la metà della società. Di quale metà stiamo parlando? Il concetto stesso di metà è sbagliato. Le donne non possono svolgere il lavoro di ministro afghano». Non si può manifestare, ma le donne afgane, non potranno mai arrendersi di fronte a un regime fatto di violenza e tradizioni religiose patriarcali e maschiliste. Con la presa del potere dei talebani dopo la ritirata/fuga degli occidentali guidata dagli Usa ad agosto 2021, l’Afghanistan è diventato un vero inferno per le donne, ridotte, secondo l’interpretazione degli studenti coranici, a un nulla che non va oltre la capacità riproduttiva.