Il TAR del Lazio con l’ordinanza n. 7468 pubblicata lo scorso 4 dicembre ha bocciato il DPCM di Conte in merito all’obbligo dell’uso delle mascherine in classe per gli alunni delle scuole elementari.
La sentenza è stata data in seguito al ricorso di due genitori di un bambino che aveva avuto dei sintomi legati all’eccesso di anidride carbonica per via dell’uso della mascherina durante la sua permanenza a scuola.
I giudici hanno definito i contenuti del DPCM “carenti d’istruttoria e carenti di motivazioni”.
Nel primo caso la “carenza di istruttoria” sarebbe collegata al fatto che l’obbligo di indossare le mascherine non sarebbe adeguatamente motivati ma solo giustificata dai verbali del Comitato Tecnico Scientifico, che però non vengono mai allegati. Per quanto riguarda le motivazioni si fa riferimento al fatto che i verbali del Decreto non vengono resi pubblici se non dopo quarantacinque giorni e oltre.
Il giudice amministrativo ha pertanto ritenuto “meritevole di approfondimento giuridico l’uso della mascherina, in modo incondizionato sul tutto il territorio nazionale, – durante l’intero orario scolastico – anche ai bambini di età compresa fra i sei e gli undici anni”.
“Dal DPCM impugnato – proseguono i Magistrati – non emergono elementi tali da far ritenere che l’amministrazione abbia effettuato un opportuno bilanciamento tra il diritto fondamentale alla salute della collettività e tutti gli altri diritti inviolabili, parimenti riconosciuti e tutelati dalla costituzione, fra cui primariamente il diritto alla salute dei minori di età ricompresa fra i 6 e gli 11 anni, sì da poter connotare di ragionevolezza e proporzionalità l’imposizione a questi ultimi dell’uso di un dispositivo di protezione individuale in modo prolungato e incondizionato, anche “al banco” e con distanziamento adeguato”.
Nello specifico, sempre in riferimento all’obbligo di mascherina per i bambini della scuola primaria, il TAR del Lazio sostiene che nei provvedimenti del premier Conte è assente «specifica istruttoria sulla situazione epidemiologica locale di ciascuna regione, sul “contesto socio-culturale” in cui i bambini vivono, come suggerito dal CTS nel verbale n. 104».
Mancano, altresì, nei DPCM di Conte, valutazioni scientifiche sulle «ricadute di tale imposizione sulla salute psico-fisica dei minori in una fase della crescita particolarmente delicata».
In altre parole l’uso delle mascherine in classe sarebbe del tutto ingiustificato.
Ma non basta. Nella stessa sentenza il TAR esprime dubbi sulla costituzionalità della reiterazione ogni quindici giorni dei Decreti del Presidente del Consiglio.
E se a dirlo non sono soltanto le opposizioni ma addirittura un giudice…
Il Tar boccia le mascherine alle scuole elementari
