Tutti coloro che oggi viaggiano sulla sessantina, o poco più, hanno vissuto il periodo degli Anni di Piombo in modo diverso. E molti di quelli che si dedicano al giornalismo o alla letteratura hanno deciso di raccontare, in modo più o meno romanzato, la loro esperienza.
Forse il primo fu Augusto Grandi che nel 2007 diede alle stampe “Baci e Bastonate” per i tipi de L’angolo Manzoni, ancora reperibile per la modica cifra di €10,00. Un libro autobiografico scanzonato, a tratti divertente, ma rigoroso nella ricostruzione della generazione che visse quegl’anni nel capoluogo piemontese.

Del recente “Un Gioco da Ragazzi” di Enrico Ruggeri abbiamo già detto.
Ma su questo argomento, qualche giorno fa, esattamente il 2 febbraio, è uscito “Il Tempo di Vivere con Te” di Giuseppe Culicchia (Mondadori, pp. 168, €17,00).
Il 15 dicembre del 1976, a Sesto san Giovanni, venne ucciso Walter Alasia, militante delle Brigate Rosse. Nello scontro a fuoco con le forze dell’ordine che si erano presentate alla sua porta per arrestarlo, rimasero uccisi anche Sergio Bazzega, maresciallo dell’antiterrorismo ed il vicequestore di Sesto San Giovanni Vittorio Padovani. Il nome di Alasia divenne poi tristemente famoso perché la colonna milanese delle BR, che contava un centinaio di terroristi e che conquistò le prime pagine dei giornali, tra l’altro, per la “gambizzazione” di Indro Montanelli, fu proprio intitolata a Walter Alasia.

Giuseppe Culicchia era suo cugino. Le madri erano sorelle. Ma come dice lo stesso Culicchia “per me tu Walter sei un fratello. Il fratello che non ho mai avuto. […] A te non voglio bene. Io di te Walter sono innamorato. Innamorato pazzo”.
Tra i due ci sono nove anni di differenza. Trascorrono le vacanze insieme a Grosso Canavese, vicino a Nole Canavese dove c’è la casa dei comuni nonni paterni. Ogni anno Giuseppe non vede l’ora di passare l’estate con lui, che gli insegna a giocare a basket, che lo carica sul manubrio della bicicletta, gli canta le canzoni di Battisti e disegna per lui i personaggi dei fumetti che ama. È un ragazzo affettuoso che agli occhi di Giuseppe incarna un esempio.
Ma tutto crolla in quella notte di dicembre. E a distanza di oltre quarant’anni Culicchia decide di raccontare un dolore che ha segnato la sua vita. E lo fa con questo romanzo biografico che diventa molto di più: una confessione, una resa dei conti con se stesso, un modo per ricordare la serenità di un bambino che in quei giorni perse la sua innocenza.

Con “Il Tempo di Vivere con Te” (la citazione da I Giardini di Marzo di Lucio Battisti è spiegata fin dalle prime righe) Culicchia si conferma autore vero, dotato di uno stile asciutto e diretto, che rifugge dalla banalità, dalla retorica e dal “già sentito”. E lo fa con un libro avvincente e al contempo commovente.