La Pasqua? La spostiamo a Ferragosto! Sotto l’aspetto religioso, con Monsu Bergoglio non sarebbe un problema. Ogni idea del sacro è stata eliminata. Ma sotto l’aspetto economico il problema c’è ed è enorme.
È vero che in Italia la pessima gestione del turismo ha fatto sì che il settore valga molto meno rispetto alle potenzialità. Ma tra attività dirette e indotto ci si attesta comunque intorno al 10% del Pil.
Ed è vero che i numeri più consistenti sono concentrati a luglio e soprattutto agosto, vista l’incapacità di allargare il periodo di afflusso di turisti, spalmandoli lungo i 12 mesi. Ma la Pasqua garantiva comunque un rilevante livello di entrate. Quest’anno sarà difficile far credere che se l’emergenza è ai massimi sino al 3 aprile, tutto sia risolto dal giorno seguente. Al di là delle ipotesi di proseguire con la chiusura delle scuole ancora per qualche giorno dopo il 3, con quale spirito le folle si appresterebbero a trasmigrare in massa verso il mare, verso la montagna, o anche solo per la grigliata di gruppo fuori porta a Pasquetta?
E poi si sta sottovalutando un altro aspetto tecnico. Per far fronte al calo delle commesse e della produzione, molte aziende hanno obbligato i dipendenti ad utilizzare le ferie per stare a casa, senza la possibilità di uscire. E lo stesso vale per il settore del commercio.
Dunque quando arriverà l’estate, ed auspicando un ritorno alla normalità sanitaria, tutti questi lavoratori si ritroveranno nell’impossibilità di andare in vacanza o avranno, comunque, pochi giorni residui. Quanto peserà tutto questo sul settore?
Quanto peserà la paura dei potenziali turisti stranieri nei confronti di un’Italia che sta offrendo immagini di incapacità ed irresponsabilità?
Certo, potrebbero rimanere in Italia quei turisti italiani abituati ai viaggi all’estero, preoccupati per la situazione sanitaria in vari Paesi africani e asiatici. Distruggendo, in questo modo, il tessuto dei tour operator e delle agenzie di viaggio.
Ma quanto peserà sui potenziali turisti italiani i generosi gesti di accoglienza di assessori regionali che hanno invitato gli ospiti ad andarsene rapidamente e tornare a casa propria per non pesare sulla sanità locale? E quanto il timore che un governo inaffidabile pensi di accontentare Bruxelles con una manovra lacrime e sangue? Con una patrimoniale che massacri definitivamente ciò che resta del ceto medio, che è poi quello che garantisce ancora la tenuta del mercato interno, a partire proprio dal turismo.