Nei vecchi film Western, quelli con il mitico John Wayne in primo luogo (ma non solo) appariva, spesso una figura collaterale. Il vecchietto. O meglio un vecchietto più o meno suonato o arguto, di fatto un carattere da commedia, che serviva a rendere più leggera la trama. Buona regola che deriva direttamente dal teatro di Shakespeare, che gli sceneggiatori di un tempo conoscevano bene…
Gli esempi potrebbero essere molti. A me viene in mente “Rio Bravo”. Un gioiellino di Hawks, con Wayne affiancato da un grande Dean Martin, una smagliante Angie Dickinson. E, nella parte dell’immancabile vecchietto, petulante e saccente, Robert Brennan. Non un attore da poco, per altro. Un grande caratterista. E non solo…
Figura immancabile nei Western americani, in Italia è entrato per vie traverse. Perché nel Western-spaghetti, ovvero all’ italiana, non vi era spazio per l’intermezzo comico. Sergio Leone aveva un altissimo senso del tragico. I suoi Western derivavano direttamente da Eschilo e Sofocle, erano colpa e catarsi. Clint Eastwood ha imparato da lui….
Però il vecchietto lo ritroviamo nella nostra commedia. Il Capannelle de “I soliti ignoti”. L’ebreo Abacuc del Brancaleone….Che poi era sempre lui, Carlo Pisacane, uno dei più straordinari caratteristi di scuola napoletana. Che aveva esordito al tempo del cinema muto, a fianco di Tina Pica…
Comunque, western o altro che fosse, nessun regista si è mai sognato di fare del vecchietto, più o meno rimbambito, più o meno petulante, il protagonista del film. Tanto più se il film era di contenuto drammatico. O, peggio, catastrofico. Insomma, ve lo immaginate Capannelle protagonista di “Titanic”?
Però quello che nel cinema sarebbe impensabile, è divenuto realtà nella vicenda politica internazionale. Un vecchietto petulante, totalmente rimbambito, palesemente non compos mentis, si è ritrovato (non sa neppure lui come) ad essere il protagonista della scena. E si comporta come una macchietta da vecchio cinema muto. Scivola, scorreggia davanti a regine esterrefatte, parla con l’amico immaginario (che sia Harvey il Coniglio?), confonde le capre coi cavoli…ed altre amenità.
Che farebbero ridere i palati meno fini – è un comico abbastanza rozzo – se non fosse che questo vecchietto ha scatenato una guerra che potrebbe divenire mondiale. Sta provocando un conflitto in Oriente con il colosso cinese. Ha di fatto reso difficili gli approvvigionamenti di gas in tutta Europa…preparandoci un inverno che sembrerà una nuova era glaciale. E non dimentichiamo il suo ruolo durante la, cosiddetta, pandemia….
È un cattivo caratterista. La sua faccia conosce una sola espressione. Stolida e attonita. Le sue gag fanno considerare un gigante della comicità il nostro Alvaro Vitali. È ridicolo, non divertente. Eppure è lì. Al comando di quello che chiamano Occidente. Lì a combinare guai e fare danni. Un gran brutto film… C’è da chiedersi chi sia il regista di tutto questo…