“Non potete servire Dio e Mammona”. L’avvertimento evangelico non è più una questione di monsu Bergoglio, pronto a spostare la data del Natale a seconda dei decretini e delle indicazioni degli esperti a gettone. Se non andrà bene il 24 dicembre se ne può riparlare a gennaio o dopo ancora. Magari passando dal solstizio d’inverno all’equinozio di primavera. No, l’ammonimento questa volta è prettamente politico. E per chi non è religioso vale il detto popolare che non si può tenere il piede in due scarpe.
Quale scarpa sceglie il Pd valdostano? Un problema finalmente rilevante poiché il consiglio regionale della Vallée si è scoperto coraggioso ed ha sfidato l’idiozia delle imposizioni romane. Il villaggio di Asterix si è ribellato ai cialtroni che non conoscono la montagna e pretendono comunque di imporre regole assurde. Si è visto, in questa occasione, che i semi dell’indipendentismo lanciati in campagna elettorale dal Pas cominciano a germogliare a prescindere dai risultati elettorali.
E fino a qui, tutto bene. Ma il Consiglio regionale ha comunque a che fare con un governo locale di cui è parte integrante proprio il Pd che, pilatescamente, si è astenuto nello scontro mentre la Lega, all’opposizione, ha votato con gli autonomisti. Pd centralista e nemico delle autonomie a Roma (con il ministro piddino Boccia a rappresentare il peggio del peggio), sostenitore delle autonomie ad Aosta. Ora il governo romano ha avvertito che ricorrerà contro la ribellione valdostana. Benissimo, sarà l’occasione di fare chiarezza senza nascondersi dietro i niveaux différents. Perché qui non è questione di livelli diversi. O si difende il principio dell’autonomia o ci si schiera con il centralismo, proprio come ha fatto il Movimento 5 Stelle.
Nel primo caso un briciolo di coerenza porterebbe alle dimissioni dei piddini valdostani dal partito che odia le autonomie. Nel secondo caso dovrebbero essere gli autonomisti valdostani a metter fine ad una alleanza con il nemico principale. Nel villaggio di Asterix non c’era posto per gli emissari di Giulio Cesare..