RimbamBiden e chi lo controlla stanno osservando con grande attenzione la campagna elettorale tedesca, in vista del voto di fine mese. E sperano, ovviamente, che Berlino possa uscire indebolita, con una maggioranza rossoverde (socialdemocratici ed ambientalisti) più attenta ai problemi interni che a quelli internazionali. Perché Angela Merkel ha rappresentato un ostacolo insormontabile per le politiche di Washington.
La cancelliera, non esente da errori su altri piani, si era accodata alle imposizioni statunitensi a proposito delle sanzioni contro Mosca, dopodiché aveva bellamente ignorato i divieti di Washington per il North Stream 2 ed aveva proseguito nella realizzazione del gasdotto. In questo modo Merkel aveva anche lanciato un segnale chiaro a Kiev: gli interessi della Germania venivano prima di quelli dell’Ucraina. Ma pur mettendo gli interessi nazionali davanti a tutto ed a tutti – come è normale ovunque tranne che in Italia – Merkel è anche riuscita ad indicare una strada comune per l’Europa. Una strada verso l’indipendenza da Washington.
Ora tutto torna in gioco, per la felicità degli atlantisti italiani che aspettavano solo il momento giusto per tornare a reggere la coda agli inquilini della Casa Bianca. Dunque la disinformazione nazionale sorvola sull’andamento della campagna elettorale tedesca. Sorvola sui venti di guerra che spirano al Pentagono e che hanno individuato l’Ucraina come terreno ideale di scontro. Utilizzando la Nato come elemento di provocazione nei confronti di Putin e della Russia.
Biden ed i suoi burattinai sperano, ovviamente, che Olaf Scholz – il leader socialdemocratico in testa nei sondaggi – abbia così tante difficoltà per realizzare il programma sul fronte interno da scordarsi della politica estera. Un programma che prevede, tra l’altro, una patrimoniale che ha entusiasmato i rossogialli italiani. Peccato che in Germania si punti esclusivamente sui super ricchi e non sul ceto medio. Il punto cruciale sarà rappresentato dalla politica energetica. Ovviamente i Verdi puntano sulle fonti rinnovabili, tutto e subito. Ma Scholz vuole un processo graduale, per non colpire il settore industriale. Dunque è ancora da valutare l’interesse per il nuovo gasdotto che trasformerebbe la Germania nel principale hub energetico europeo.
Una boccata d’ossigeno per le imprese tedesche che dovranno digerire un salario minimo orario portato a 12 euro. D’altronde il programma di Scholz prevede la cancellazione dell’austerità e dunque la fine delle politiche restrittive.
Per Biden ed i burattinai potrebbe andar bene così. Ma c’è un rischio. Il governo rosso verde potrebbe diventare rosso-verde-rosso, coinvolgendo anche la Linke. La sinistra che è profondamente contraria alla Nato e che potrebbe rappresentare un punto di riferimento per chi non vuole più l’Europa al servizio degli americani. Non solo a sinistra, anche se le destre italiane ufficiali hanno da tempo scelto il ruolo di fedeli cani da guardia degli interessi di Washington.