In attesa del voto in Emilia-Romagna c’è chi mette le mani avanti. Non solo Zingaretti, che ha scelto di chiudere la campagna elettorale in Calabria: se in Emilia-Romagna vince la sinistra il merito sarà del Pd, se perde la colpa è di Bonaccini.
Anche i responsabili della disinformazione restano sulla riva a guardare. A cominciare da Maurizio Molinari, direttore della Busiarda, ossia La Stampa ritornata sotto il controllo di Elkann dopo un disastroso passaggio per la corte di De Benedetti.
Dopo aver sostenuto in ogni modo le sardine, dopo aver trasformato in un guru un eterno ragazzetto privo di idee ma con il sorriso da adolescente che si è fatto una canna senza farsi beccare, dopo aver promosso una sorta di alleanza persino tra sardine e gretini, Molinari si è chiesto se il protagonismo delle sardine abbia rappresentato un aiuto a Bonaccini o, al contrario, un ostacolo in più.
Ovviamente il direttore del quotidiano che rappresenta l’organo di disinformazione dei liberal americani evita di fornire una risposta univoca. Dipende dal risultato di questa sera. In realtà il dubbio è più che legittimo e la risposta è chiara: le sardine non rappresentano un valore aggiunto neppure se la sinistra conserverà l’Emilia Romagna. Anzi, proprio in tal caso diventeranno un problema per Bonaccini e compagni poiché bisognerà ringraziare e ripagare in qualche modo il ragazzotto ed i suoi seguaci. Pur nella consapevolezza che il loro apporto è stato nullo ma che in prospettiva può diventare un grave handicap.
Al di là degli squallidi resoconti di una disinformazione allineata e coperta, gli show delle sardine hanno solo evidenziato la totale mancanza di idee, di programmi, di progetti. Di fronte ai problemi dell’Italia e del mondo intero loro intonano Bella ciao e pensano che tutto sia risolto. Loro si battono affinché l’odio non prevalga ma si augurano la morte di Sinisa perché ha osato sostenere la candidata leghista. Sulla prescrizione tirano in ballo l’autismo, ed è il loro leader ad esibirsi in una performance di infimo livello.
Ragazzi mai cresciuti, perché crescere vuol dire impegnarsi. Ed impegnarsi in qualcosa di più e di diverso rispetto ad un battimani ritmato su una canzone scippata alle mondine per trasformarla in un inno partigiano. Libertà è partecipazione, sosteneva Gaber. Ma partecipazione non significa solo andare in piazza contro qualcuno. Forse, se fossero in grado di capire, le sardine potrebbero riascoltare un altro brano di Gaber, quello in cui paragona i padri suoi con i padri nuovi, tanto simili ai genitori delle sardine. Oppure, meglio ancora, Il Grido. Sono trascorsi più di 20 anni da quando è stato composto. Ma è perfetto per le sardine odierne.
E voi così innocenti
colpevoli d’esser nati
in giro per le strade gli sguardi vuoti
e i gesti un po’ sguaiati
Si vede da lontano
che siete privi di ideali
con quello spreco di energia
dei giovani normali
E voi che pretendete
che tutto vi sia dovuto
con la scusa infantile
che nessuno vi ha mai capito
Siete così velleitari
come artisti improvvisati
con quella finta libertà
dei giovani viziati