Leggo che, a Granada, al vertice dell’Unione Europea si è discusso, anche, di un progetto di allargamento dell’Unione. Cosa non certo secondaria, anche se messa in ombra, sui nostri Media, dalle (inutili) intese sui migranti, dalle matarellate sulla difesa dell’Ucraina e tant’altro…
E, invece, la questione dell’allargamento dei confini europei è tutt’altro che secondaria. Anzi, a mio modesto parere, rappresenta il nocciolo centrale di tutta la questione.
Perché il nome dei possibili, candidati appare estremamente significativo. Ucraina (e te pareva…) ma anche Azerbaijan ed Armenia, Moldova, Albania e, forse, Kosovo. Addirittura l’idea di fare rientrare dalla finestra quella Gran Bretagna che se ne è da poco andata sbattendo la porta… magari con ulteriori concessioni e, scontato, trattamento di favore.
Non è, per una volta, questione di Geografia. I confini geografici dell’Eurooa sono molto labili. Aleatori oserei dire. È, piuttosto, una questione di opportunità. Portarsi dentro questi paesi significa entrare in situazioni di aperto conflitto. La Moldova ha il nodo irrisolto dei secessionisti, prevalentemente russi, della Transnistria. Azerbaijan e Armenia sono da anni in guerra. E il Kosovo è una specie di Tortuga, Stato senza legge, perennemente sul punto di entrare in conflitto con la Serbia.
Quanto all’Ucraina… beh, credo sia inutile parlarne.
Geniale, indiscutibilmente… d’altra parte non si erano già portati, dentro l’Unione, Cipro? Non propriamente un paradiso in terra… ingresso che ha, per altro, acuito i problemi con la Turchia…
Certo, qualche anima bella potrebbe venire a dirmi che l’Unione Europea farà da camera di decantazione dei conflitti, in atto o latenti che siano. Che proprio entrando nella UE Armeni e Azeri finalmente troveranno un modus vivendi comune… ecc… ecc..
Tutte bellissime parole. Che, però, non tengono conto della realtà.
Realtà che svela, solo guardando la carta geografica (eh, sì… sempre la geografia, questa scienza crudele, come la chiamava Ernesto Massi) , l’obiettivo di tale allargamento dell’Unione Europea.
Circondare la Russia. Perché i vertici della UE, e burocrati di Bruxelles, a questo si stanno prestando. A fungere da strumenti della NATO, ovvero di Washington.
Film, per altro, già visto con i paesi dell’ex Patto di Varsavia.
Prima arriva l’adesione alla UE. Che bello! Siamo tutti europei… tutti fratelli. E poi è solo un’unione economica. Senza finalità politiche. Senza peso militare…
Però questa unione dovrà pur difendersi dalle minacce. Soprattutto da quelle di vicini poco… simpatici. Ed ecco che, in un battibaleno, iniziano manovre militari congiunte. E arrivano le basi della NATO. Proprio dove mai e poi mai, aveva spergiurato Reagan a quel babbione di Gorbaciov, sarebbero dovute arrivare.
Ma se dei paesi dell’ Unione Europea hanno paura, e chiedono aiuto, che altro può fare la NATO? In fondo è un’Alleanza nata per difendere la libertà e la democrazia…
E così, carta geografica alla mano, Moldova, Caucaso e Ucraina entreranno presto in Europa. E la Russia, in breve, si troverà circondata da basi NATO su tre lati. Non male vero?
Solo che è sempre sbagliato provare a fare i conti senza l’oste. Soprattutto se l’oste si chiama Vladimir Putin. E una strategia di questo tipo può portare ad un unico risultato. Una conflagrazione mondiale.
Al di là di queste, fosche ma realistiche, previsioni, è ormai evidente un fatto.
Con buona pace dei sognatori l’Europa non esiste. La UE è solo uno strumento della geopolitica statunitense.