Nessuno può spiegarci cosa dobbiamo o non dobbiamo fare.
Il presidente cinese Xi Jinping ha chiarito che il grande Paese asiatico proseguirà sulla strada delle riforme economiche facendo coesistere socialismo e turbo capitalismo.
Anche se, negli ultimi mesi, la crescita ha perso slancio, gli scontri commerciali con Trump si sono fatti sentire ed anche il mercato interni mostra segni di rallentamento.
Ma dove, al contrario, si è registrata una accelerazione è sul fronte della repressione religiosa, secondo quanto denunciato da Bitter Winter, un giornale online impegnato a difendere i diritti umani in Cina (https://it.bitterwinter.org/).
Il regime comunista di Pechino ha sempre oscillato tra modeste aperture (in realtà poco più di accettazione di piccole manifestazioni di carattere religioso) e durissime repressioni. Nei confronti di tutte le religioni o anche solo di filosofie ritenute scomode. Senza far distinzioni tra cristiani e buddisti, tra islamici e confuciani, andando a colpire anche espressioni di spiritualità tipicamente cinesi.
L’unica religione ammessa, anzi sostenuta con grande fervore, era quella per il Dio denaro. Così, dopo aver distrutto i grandi templi buddhisti sul versante cinese dell’Himalaya, il governo li ha ricostruiti perché attiravano turisti e facevano volare l’economia. E quando si sono accorti che i templi richiamavano fedeli e facevano aumentare il numero dei monaci, il pragmatismo di Pechino aveva portato a combattere il sacro con la religione dei consumi: “Facciamo aprire tre o quattro McDonald’s ed i giovani frequenteranno il fast food invece del monastero”, aveva spiegato un funzionario del governo centrale.
Evidentemente le proposte gastronomiche della multinazionale non sono state entusiasmanti ed il regime è passato alle maniere forti. In tutta la Cina si sono moltiplicate le distruzioni dei luoghi di culto, motivate immancabilmente con esigenze di nuove costruzioni, di ampliamenti urbani. Qualunque scusa è valida. E poiché le proteste non sono mancate, Bitter Winter assicura che sono aumentati anche arresti, torture, vessazioni di ogni tipo.
Nelle scorse settimane una protesta è stata organizzata anche a Milano dai seguaci della Chiesa di Dio Onnipotente, ovviamente nell’indifferenza dei media italiani. Mentre il Vaticano ha imposto le dimissioni ai vescovi della Chiesa Cattolica clandestina, quella che faceva capo a Roma, in vista di una fusione (in pratica un assoggettamento) con la chiesa patriottica controllata dal governo. Don Abbondio non è in Cina, ma si è insediato Oltre Tevere.