Caro Direttore,
tu sai che da sempre leggo e apprezzo le tue prese di posizione in ambito politico, specialmente quelle che quotidianamente esprimi sulle colonne di questo quotidiano online, sul quale ospiti spesso le mie opinioni.
Approfitto pertanto dello spazio che mi dai per chiosare il tuo articolo “L’azzardo di Giorgia” uscito lo scorso 5 febbraio.
In merito all’ottimo “Perché i patrioti della destra non possono tirarsi indietro” di Gennaro Malgieri uscito su Formiche.net, tu affermi che Giorgia Meloni abbia troppo frettolosamente deciso di opporsi al tentativo di Mario Draghi di formare un nuovo governo.

Forse hai ragione. Tuttavia occorre ricordare che non appena Mattarella ha, spiazzando tutti, affidato all’ex governatore della BCE l’incarico esplorativo, proprio la Meloni ha tentato in tutti i modi di tenere unito il Centrodestra. Lo ha fatto nel corso di una riunione convocata in tempi brevissimi dopo la quale si è deciso di presentarsi ai colloqui con il presidente incaricato in modo separato, contrariamente a quanto era avvenuto appena qualche ora prima al Quirinale.
Che cosa è accaduto in quella riunione? Forza Italia ha espresso la propria soddisfazione nei confronti di una personalità che Berlusconi aveva più volte indicato come la miglior scelta possibile. Salvini, nell’incertezza del momento, e memore della sua adesione al primo governo Conte, ha deciso di mantenere una posizione attendista/possibilista: una “posizione intermedia sicuramente sbagliata” come dici tu stesso.
E considerato che da sempre la posizione della Meloni è stata “mai con il PD e mai con i 5 Stelle”, alla leader di Fratelli d’Italia non è rimasta che un’opzione: schierarsi all’opposizione. Ha dovuto infatti constatare che gli alleati non l’avrebbero seguita sulla linea di un astensione che forse lo stesso Malgieri avrebbe gradito.

Può darsi che si tratti di una scelta sbagliata, di un “azzardo”, come ci ricordi tu. Lo sapremo solo in futuro. Ma la politica è fatta di scelte, e delle scelte l’azzardo è parte integrante.
Spiace che questa situazione si verifichi alla vigilia di una tornata amministrativa che vedrà milioni di elettori chiamati alle urne per decidere chi dovrà amministrare centinaia di Comuni tra i quali Torino, Milano e Roma. Al di là delle affermazioni di tutti gli esponenti del centrodestra, i quali si dicono convinti che a livello locale la coalizione non teme spaccature, esiste il legittimo sospetto che la situazione centrale possa influire, anche pesantemente, sugli accordi a livello locale.
Malgieri auspica un governo di salute pubblica al quale Giorgia Meloni, insieme a tutte le forze parlamentari, dovrebbe aderire per affrontare le urgenze indicate da Mattarella. Un’adesione con spirito patriottico. Ma in questo caso occorrerebbe avere la certezza che Draghi, come un redivivo Cincinnato, costituisca un governo “a termine”. Cosa che, a sentire Zingaretti, non sarebbe nelle intenzioni del Presidente della Repubblica né di quei partiti, lo stesso PD, i Renziani e Forza Italia in testa, i quali parlano di un “governo di legislatura”.

Pertanto ritengo che, per quanto “azzardata”, la Meloni abbia fatto se non la scelta giusta – lo sapremo solo nel prossimo futuro – l’unica scelta possibile per non sconfessare se stessa e la linea che il suo partito ha sempre sostenuto con forza.
Con la stima e l’amicizia di sempre,