Fra dame e cavalieri, nobili e glebaioli, si è tenuta sabato scorso, a Trezzo sull’Adda, la quinta adunata di Feudalesimo e Libertà, con cui la celebre pagina facebook ha festeggiato anche il suo decennale.
Quasi 2000 sodali si sono radunati per celebrare “lo Imperatore”, accompagnati da musica metal e neo-folk-pop-medievale.
Tanti gli eventi nel corso della serata, a partire dall’apertura col TG feudale, per tenersi aggiornati colle ultime “nuove” dal XIV secolo, fresche di amanuense, per poi proseguire fra gli scherzi del giullare Milfo, la Ruota della Tortura, e tre tenzoni per i più feudali dei convenuti: l’ordalia del fuoco, a suon di peperoncini piccanti, il cui vincitore ne ha dovuti ingurgitare 23 per dimostrare di non essere uno stregone; la gara per il miglior costume, per i sodali della corporazione della lana, e l’elezione, per acclamazione popolare, di Mr. Feudo, in cui i più nobili cavalieri si sono sfidati a colpi di sonetti, doti oratorie e prove fisiche, per dimostrare la superiorità del proprio casato ed aggiudicarsi l’agognato paggio da ritirata, volgarmente detto “porta-rotolo a forma di armatura”.
Dopo abbondanti mescite di ippocrasso ed idromele, fra mercanti di oreficeria elfica, gioielli vichinghi, strumenti d’osso ed ogni genere di chincaglierie, la calca per aggiudicarsi le casacche più goliardiche ed il tentativo dei cocinieri di rievocare una carestia con conseguente rivolta per il pane, sventata appena in tempo, un po’ per carenza di torce e forconi, e un po’ grazie all’arrivo della carovana dei rifornimenti da oriente (Bergamo), la serata è infine entrata nel vivo colle esibizioni dei cantori più attesi: dalla musica orchesca dei Blodiga Skald ai canti pirati dei Black Sails Band, dai Longobardeath, che da 30 anni resistono al franco invasore a suon di “Polenta violenta”, al pogo (Pugna Onorevole fra GentilOmini) per il metal degli Atroci.
Un breve sollievo auricolare per la divulgazione spietata del Magister Barbero (alias Renato Minutolo), che ha fatto stragi di risate e zuffe di applausi, ricordando alla folla quanto il medioevo fosse meglio della modernità – forse perché peggio era difficile – ma anche che in fondo, se guardiamo bene, per chi ci crede, un po’ di medioevo non ci ha mai lasciati, ed è ciò che dà una sprangata alla noia quotidiana.
La serata si è infine conclusa cantando a squarciagola gli stornelli feudali dei BardoMagno, per poi chiudere in bellezza coi Nanowar e l’inno ufficiale di Feudalesimo e Libertà, per essere sicuri di mandare tutti a casa senza voce e prevenire così il diffondersi eresie dettate dalla cervogia.
E tutti via su calessi d’acciaio, per il triste ritorno al 2023…