Poteva andare peggio? Sì, Cdu/Csu avevano avuto paura dei sondaggi che vedevano i democristiani tedeschi precipitare al di sotto del 20%. Invece ora “festeggiano” il loro peggior risultato della storia, un pesantissimo crollo ed il sorpasso da parte dei socialdemocratici della Spd. Un bel segnale per chi, ad Arcore, continua a scrivere ai giornali sostenendo che bisogna puntare sui moderati. Come quelli della Cdu, non a caso alleati di Forza Italia in Europa.
Paradossalmente, però, la perdita di quasi 9 punti ed il successo della Spd potrebbero non escludere i democristiani dalla cancelleria. Dipenderà dai Verdi, in forte crescita al 14% ma con un risultato decisamente inferiore rispetto alle aspettative della scorsa primavera. E dipenderà dai liberali, saliti ad oltre l’11%. Fuori dai giochi, come sempre, la destra di Afd, in calo al 10%. Ed ancora più fuori la sinistra di Linke che, nei dati provvisori, non raggiunge la soglia di sbarramento del 5%.
Sia Cdu/Csu sia Spd vogliono formare una coalizione con Verdi e liberali, e questo indica già la sostanziale differenza rispetto alla situazione italiana. Non sarà comunque facile, poiché le differenze tra liberali e Verdi sono rilevanti. Tra l’altro una presenza liberale nel governo potrebbe avere ripercussioni anche per l’Italia per l’ossessione del partito tedesco per il rigore nei conti pubblici (altrui) che porterebbe ad una nuova disastrosa austerità a livello europeo.
In compenso in Italia festeggiano i partiti delle tasse. Con il Fatto Quotidiano che gongola perché la Spd ha inserito nel programma la patrimoniale. Sorvolando, ovviamente, sul particolare che la patrimoniale tedesca andrebbe a colpire i veri ricchi, non il ceto medio come in Italia.
In ogni caso sia i democristiani sia i Verdi dovranno valutare se cambiare i propri leader. Uno per il crollo della Cdu, gli altri per il successo limitato rispetto alle speranze della scorsa primavera.
Non sarà un percorso facile né rapido quello che porterà alla formazione del nuovo governo. E sarà seguito con attenzione da tutti, perché il futuro dell’Europa dipenderà non poco dalle decisioni prese a Berlino.