Arnaud Beltrame è un eroe. Di quelli veri
Il quarantaquattrenne tenente colonnello della Gendarmerie si è offerto come ostaggio per salvare la vita ad una donna sequestrata dal terrorista marocchino affiliato all’Isis.
Beltrame (il cognome indica una origine italiana e di questo, ma solo di questo anche il nostro Paese può essere orgoglioso) non si è fermato a pensare ai livelli della sua retribuzione per evitare di mettere a repentaglio la propria vita.
Non ha pensato ai finanziamenti occulti arrivati dalla Libia a un candidato per l’Eliseo, non ha pensato alle folli politiche immigrazioniste che hanno creato le condizioni ideali per uno sviluppo incontrollato del terrorismo.
Beltrame poteva nascondersi dietro qualche diritto che non manca mai
Il diritto di pensare alla propria famiglia, il diritto di avere paura e di avere qualche sintomo che giustificasse un giorno di malattia.
Macché, ha preferito pensare al suo dovere di gendarme. Il dovere prima dei diritti, al di là di tutto
Al di là dell’insopportabile tolleranza a senso unico che rischia di rendere inutile il gesto eroico di Arnaud. Lui moriva e la politica buonista consentiva agli amici del terrorista di cacciare a pietrate i bianchi che si avventuravano nel quartiere dove abitato dai famigliari dell’assassino.
Non ha pensato a questo, l’eroe in divisa. Non ha pensato ai colleghi, in ogni parte del mondo, che pensano solo ai diritti, ai problemi del vestiario o dei giorni di ferie.
Lui ha preferito pensare alla donna presa in ostaggio
Ha pensato che il dovere di un uomo in divisa è quello di tutelare una civile innocente. Non ha pensato che un ufficiale di alto grado potrebbe limitarsi a comandare, inviando sul posto i suoi sottoposti. Ha deciso di metterci non solo la faccia ma anche di consegnare la sua vita nelle mani di un criminale.
Difficile illudersi che la Francia del tecnocrate Macron possa fare qualcosa per meritarsi un simile eroe. Ma gli eroi non sono soltanto giovani e belli, come cantava Guccini. Sono un esempio che rimane, che incide la pietra dell’ottusita’ politicamente corretta, che indica la strada a chi ha ancora la voglia e la capacità di seguirla.
Un eroe che rappresenta una speranza per una nuova Europa, molto diversa da quella di Jean Claude Juncker, di Macron e di Merkel.
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