Il Paraguay ha scelto la continuità e le elezioni presidenziali hanno visto il successo di Mario Abdo Benítez, il candidato dell’Asociación Nacional Republicana-Partido Colorado (Associazione Nazionale Repubblicana – Partito Colorado, ANR-PC).
Il figlio dell’ex segretario privato del dittatore Alfredo Stroessner si è imposto con il 46,5% dei voti contro il 42,7% di Efraín Alegre, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra Gran Alianza Nacional Renovada (Grande Alleanza Rinnovazione Nazionale, Ganar).
Il distacco si è rivelato ampiamente inferiore ai venticinque punti pronosticati dagli ultimi sondaggi ma comunque sufficiente per mantenere saldamente al comando i conservatori. Il voto ha coinvolto il 60% dei quattro milioni e duecentosessantamila aventi diritto in una nazione in cui 400.000 persone hanno origini italiane.
Alegre non ha voluto commentare a caldo la sconfitta mentre Benítez ha prontamente annunciato che il primo impegno del suo governo sarà quello di guadagnarsi la fiducia di tutti coloro che non lo hanno votato. In Paraguay vige una restrittiva legge elettorale che non permette più di un solo mandato della durata di cinque anni per la carica presidenziale proprio in seguito alla lunga dittatura di Stroessner che durò dal 1954 al 1989.
Il presidente uscente, anch’egli esponente dell’ANR-PC, Horacio Cartes è stato eletto al Senato, il luogo dei violenti scontri contro la modifica costituzionale in cui perse la vita un giovane esponente del Partido Liberal Radical Auténtico (Partito Liberale Radicale Autentico, PLRA) lo scorso anno.
Benítez, che a dicembre aveva battuto il Ministro delle Finanze uscente Santiago Peña nelle primarie del suo partito, si è posto come un candidato di rottura già schierandosi contro la riforma avanzata dal suo predecessore. Laureatosi in marketing nel Connecticut, Benítez non ha mai preso del tutto le distanze da suo padre e dal regime militare. Oppositore dei diritti civili quali aborto e matrimoni gay, Benítez ha promesso di mantenere la bassa pressione fiscale attuale per favorire gli investimenti esteri.
Il neo-eletto, che entrerà in carica il 15 agosto, sarà chiamato anche a far fronte alla povertà nel Paese che, secondo gli ultimi dati, riguarda più del 25% dei quasi sette milioni di abitanti.