Dal nostro corrispondente a Mosca
L’Orso russo si è svegliato. Improvvisamente, quando tutti gli analisti atlantisti ironizzavano sull’isolamento di Putin, sulla fuga dei soldati russi, sull’imminente vittoria di Zelensky, sulla riconquista della Crimea, da Mosca è scattata la reazione. Nelle analisi occidentali potrebbe significare che hanno vinto i falchi. O forse sono stati gli inviti di Cina e Russia a metter fine alla guerra. Non con una resa ma con una escalation imprevista.
In realtà hanno iniziato le Repubbliche autoproclamate che hanno deciso di tenere i referendum di annessione alla Russia nelle aree di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporozhoe. Per creare il fatto compiuto. Ma il nostro corrispondente da Mosca assicura che nella capitale russa si prepara la mobilitazione generale, la legge marziale e la dichiarazione di guerra formale.
La situazione è precipitata subito dopo l’incontro tra Patrushev e Yan Tzechi in Cina per definire il coordinamento bilaterale su questioni di ordine internazionale. Dunque non solo Taiwan, come sostenevano gli esperti atlantisti, ma anche l’Ucraina. Un incontro che, a sua volta, seguiva le nuove minacce di Biden rivolte a Pechino.