Un’intercettazione della procura ha portato all’arresto di 3 ex vertici del colosso Autostrade, che sarebbero stati a conoscenza della condizione delle infrastrutture da tempo.
I manager coinvolti
Ai domiciliari ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, e altri 2 ex vertici dell’azienda, Michele Donferri Mitelli e Paolo Berti.
L’arresto è scattato al termine di un’inchiesta della procura di Genova durata mesi: lo scorso anno i finanzieri avrebbero analizzato alcuni dei documenti acquisiti nel corso dell’indagine sul crollo del ponte Morandi e avrebbero riscontrato anche diversi problemi di sicurezza sulle barriere fonoassorbenti montate sull’intera rete autostradale nazionale.
L’investigazione
Il gip ha disposto gli arresti domiciliari per i 3 ex vertici e misure interdittive per altri personaggi coinvolti nella vicenda. Nell’ordinanza si legge che “Le barriere fonoassorbenti non vennero cambiate “per evitare le ingenti spese che avrebbe comportato“.
Da quanto emerge dalle analisi dei procuratori, sembrerebbe che perfino i progetti delle strutture presentavano errori e che la resina usata per le barriere fono assorbenti non avesse il marchio CE.
Le intercettazioni degli indagati
“Sono incollate con il Vinavil“, così uno degli indagati descrive le barriere fonoassorbenti inserite lungo il perimetro delle nostre autostrade, mentre altre – spiega – “si sono sbragate“. A quanto emergerebbe dall’ordinanza, l’errata progettazione delle infrastrutture sarebbe stata volontaria: la strategia era quella di garantire il massimo risparmio all’azienda, che altrimenti avrebbe dovuto spendere 140 milioni di euro.
Donferri, ex responsabile manutenzioni, sembra essere la voce dietro queste dichiarazioni telefoniche intercettate: “Quante sono le ribaltine scese? […] e quanti i Comuni che hanno rotto il c***o? Solo Rapallo ha rotto il c***?”. E poi, ridendo: “Gliele abbiamo ritirate su e ci siamo inventati il criterio della manutenzione.”