Ma la televisione che ti culla dolcemente
Presa a piccole dosi direi che è quasi un tranquillante La si dovrebbe trattare in tutte le famiglie Con lo stesso rispetto che è giusto avere per una lavastoviglieTrent’anni dopo l’uscita del brano di Giorgio Gaber (C’è un’aria) accendi la TV e ti rendi conto di quanto sia più corretta l’informazione che ti arriva dalla lavastoviglie. Sono iniziati i saldi e i chierici della disinformazione si scatenano nell’ipotizzare consumi da record, boom di acquisti, rilanci prodigiosi dell’economia nazionale. Quelli più scafati si limitano al tono trionfalistico, evitando accuratamente di lanciarsi in confronti con il passato. Subdoli.
Perché, ancora una volta, il dato di realtà smentisce i proclami dei concorrenti della lavastoviglie. E, addirittura, l’invito alla prudenza arriva dagli stessi commercianti, in genere sempre pronti a prevedere corse agli acquisti senza freni. Questa volta no.
Dall’indagine Ascom Confcommercio Torino e provincia tra le attività del settore abbigliamento e accessori emerge che per il 70% degli intervistati la spesa media dei clienti sarà analoga allo scorso anno e per il 30% sarà inferiore. La previsione di acquisto rimane stabile rispetto allo scorso anno per il 50% degli intervistati e in flessione l’altra metà. Vanno meglio le previsioni per i negozi che hanno anche l’e-commerce: il 20% prevede infatti un incremento di acquisti rispetto ai saldi 2022, il 60% una tendenza stabile e il 20% un peggioramento.
Dunque per chi utilizza anche l’e-commerce si prospetta una situazione analoga a quella, non brillante, dello scorso anno mentre per gli altri la prospettiva è di una flessione. Ecco, la “ripresa” dovrebbe essere un po’ diversa. E l’entusiasmo dei TG appare leggermente fuori luogo.
«Riconosciamo – evidenzia Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom – che l’ultimo anno è stato difficile per le attività, soprattutto per il settore fashion, a causa, in primo luogo, dell’inflazione che ha spostato la spesa verso articoli ‘indispensabili’ e ha distratto dall’acquisto innanzitutto di abbigliamento, accessori e cosmesi».
Strano. Perché i TG garbatellizzati hanno appena finito di raccontare che le famiglie italiane sono più ricche, che il potere d’acquisto è aumentato, che l’inflazione è in fase di drastica riduzione. Certo, gli alimentari registrano ancora un incremento superiore al 10%, ma sono quisquilie. Basta mettersi a dieta e non ci si accorge neppure dei rincari. E pazienza se i voli interni sono aumentati di oltre il 40%, se per un ombrellone in spiaggia bisogna ricorrere a un mutuo. Il turismo deve essere riservato agli stranieri. Prima lo si capisce e meglio è.
Sì, Gaber aveva torto. La lavastoviglie merita un rispetto decisamente superiore.