Vi sono tantissime tonalità differenti di colore negli insetti, e per questo motivo molto spesso possono risultare strani. Per ogni specie esiste una motivazione diversa che spiega i colori stravaganti, può essere per sopravvivere, per avvisare e imbrogliare altri animali e altro ancora. In questo articolo andremo quindi a scoprire perché gli insetti hanno dei colori strani.
Gli insetti e la loro importanza
Gli insetti sono la classe animale più folta in assoluto. Vi sono circa quaranta milioni di specie diverse tra loro. Sono stati tra i primi a colonizzare il mondo in passato. Sono presenti in ogni habitat. La loro storia è sempre stata collegata a quella umana, lo stesso vale per le piante. D’altronde, hanno un ruolo chiave per la nostra sopravvivenza e per il mondo intero, ne sono un esempio gli impollinatori. Grazie alle numerose riproduzioni e al loro adattamento veloce ad ogni tipo di ecosistema, si sono evoluti senza problemi e la loro abnorme quantità, oltre che varietà, ne è la prova.
Il corpo degli insetti è composto dalla testa, dal torace e dall’addome. Solitamente hanno sei zampe. La metamorfosi è una delle caratteristiche principali degli insetti, la loro trasformazione da larva alla forma adulta. Sotto vari punti di vista, sono il contrario di noi o in generale dei vertebrati. Ad esempio, per via dell’anatomia respiratoria diversa o per il fatto che hanno un esoscheletro esterno che contiene i muscoli e gli organi. I colori strani degli insetti, le loro forme e le dimensioni particolari rappresentano gli elementi principali per differenziarli.
L’alto tasso di natalità comporta il salvataggio della specie, nonostante le loro frequenti morti dovute al fatto che vengono predati da altri animali. Permettono, in questo modo, di garantire l’alimentazione anche ai loro stessi predatori. Insomma, senza insetti non solo non ci sarebbero più altri animali, ma perfino la nostra sopravvivenza sarebbe a rischio.
Gli insetti con i colori strani dovuti al mimetismo criptico
Il Mimetimso criptico è la forma più celebre di mimetismo. Deriva dal greco “Mìmesis”, l’equivalente italiano di “imitazione”. Consiste nella semplice assunzione di un animale di forme e colori in base all’ambiente o agli altri organismi che lo circondano, per essere meno distinguibile. Da sempre, risulta una tattica efficace.
Si confondono con strutture naturali come pietre, piante, foglie, rami, ramoscelli, fiori, cortecce, funghi lichenizzati, legno vecchio e addirittura escrementi di altre specie. Vi sono parecchi esempi in natura, il più lampante appare essere il mimetismo dell’insetto stecco, che imita la forma e i colori dei rametti in cui vive. La distinzione è difficile da vedere ad occhio nudo. Anche un umano ben allenato può far comunque fatica a vederlo in azione. Visto che gli animali sono molto attenti alla percezione dei movimenti, questo insetto imita la movenza del ramo in questione, risultando pressoché invisibile agli occhi degli affamati predatori.
L’insetto stecco di giorno solitamente resta fermo immobile per ore,
mentre di notte si muove lentamente per cercare di procurarsi cibo, conducendo una vita piuttosto isolata.

Gli insetti con i colori strani dovuti all’Aposematismo
L’Aposematismo è una tecnica difensiva: non si tratta di mimetismo, è esattamente il contrario. Ci sono insetti che non puntano al mancato riconoscimento, ma a come farsi riconoscere tramite i colori. La livrea ha dei colori e dei disegni che inducono timore ai possibili predatori o osservatori. Questo perché vi è un linguaggio non scritto tra gli animali, che consiste nel fatto che una determinata gamma di colore possa corrispondere alla presenza di veleno.
Sono celebri determinate specie di rane aventi colori sgargianti, ma anche le coccinelle utilizzano lo stesso stratagemma. Hanno colori rossi vivi e gialli: sono indicativi perché forniscono informazioni chiare. Alcune di esse possono emettere dalle zampe anteriori liquidi tossici dall’odore sgradevole e repellente. Per noi umani il contatto con il loro veleno è innocuo. Per alcuni piccoli predatori può risultare piuttosto dolorosa la vicinanza con queste sostanze nocive.
È una tattica efficace, ma allo stesso tempo è anche un azzardo: infatti, se l’avversario in questione non ha mai provato ad avvicinarsi ad una preda con quelle caratteristiche estetiche, non si farà alcun problema ad attaccare.

Gli insetti con i colori strani dovuti al mimetismo Batesiano
Il mimetismo Batesiano è un fenomeno simile rispetto al precedente, ma in questo caso vi è un inganno difensivo a tutti gli effetti: alcune specie innocue si sono evolute per imitare e copiare i segnali di allarme di una specie avente del veleno per evitare possibili attacchi dai predatori.
Il caso di studio di questo metodo per salvaguardarsi sono i Ditteri. Nonostante la loro parentela con le classiche mosche che vediamo quotidianamente, esteticamente sono simili alle api o alle vespe. Per via delle loro dimensioni, della loro livrea colorata, delle loro forme e dei loro disegni sono facilmente scambiabili agli occhi di un predatore per un insetto che fa parte degli Imenotteri. Così facendo gli altri animali pensano che abbia il pungiglione. Se si osservano attentamente i Ditteri, si può notare però che possiedono un paio di zampe in meno rispetto agli animali che imitano.

I colori dovuti al mimetismo aggressivo
Il mimetismo aggressivo si verifica quando una specie sfrutta il criptismo come stratagemma per perfezionare l’attività predatoria. L’esempio classico è rappresentato dalla Mantide religiosa, solita nascondersi nei prati per poi attaccare senza pietà la preda malcapitata. Le comuni mantide sono verdi o beige per camuffarsi nei fiori e tronchi nei diversi habitat in cui vivono.
Tuttavia, vi sono altre specie che hanno una vasta gamma di colori differenti, come la mantide orchidea. Fa parte delle mantidi floreali per l’estetica e il comportamento. Da come si evince dal nome, hanno caratteristiche fisiche e la medesima colorazione di un’orchidea, rendendole letali per le ignare vittime che sono convinte di raccogliere polline e nettare.

I colori scuri dovuti al Melanismo
Il termine melanismo deriva dal greco ed è traducibile con l’espressione “pigmenti di colore nero”. Negli animali è possibile distinguere due tipologie di melanismo: adattivo e industriale. Nel primo caso gli animali diventano neri con il passare degli anni adattandosi continuamente all’ambiente, in modo da ottenere dei vantaggi, come la capacità di mimetizzarsi efficacemente durante la notte. Mentre in quello industriale il melanismo è lo stesso procedimento, ma causato da attività umane, come l’inquinamento dovuto al fumo di fabbriche che rende scuro
l’ambiente circostante.
Un esempio del secondo raggruppamento è quello della “Biston Betularia”, perché originariamente questa falena aveva le ali bianche con punti neri, talvolta grigie chiare. Ma dalla Rivoluzione industriale in poi, la sua livrea è diventata completamente nera; perché così facendo si mimetizza meglio con l’habitat in cui vive.
Citando l’esempio opposto al melanismo, probabilmente in linea teorica l’albinismo potrebbe verificarsi negli insetti. La loro vita sarebbe più complicata. Se vedessimo insetti strani totalmente bianchi, presumibilmente avremmo a che fare con insetti appena sviluppati, ma non ancora pigmentati.

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