Rispondere alle singole sollecitazioni dell’articolo curato da Gianluca Modolo (Il Piccolo, 18/7/2018) sull’integrazione scolastica a Monfalcone è un’impresa ardua, perché molti punti richiederebbero estese precisazioni. Quindi bisogna agire a spot.
Michela Marzano. Aveva cominciato in maniera promettente la sua carriera di pensatrice.
In un corposo saggio sulla manipolazione aveva scritto: “Come non pensare all’apologia post-moderna delle identità multiple e dell’uomo nomade, finalizzata a sottrarre l’individuo ai vincoli metafisici e a trasformarlo in un individuo eclettico e libero. […] Come appare libero l’individuo che non ha più legami, che si affranca da radici, famiglia, patria, ecc. [Ma] per essere liberi di muoversi bisogna avere memoria di sé e delle proprie radici!”(“Estensione del dominio della manipolazione, Mondadori, 2008, p. 63).
Questo prima. Poi, aveva intuito che attaccare Berlusconi poteva essere di aiuto alla notorietà e agli ingaggi. Quindi è diventata l’intellettuale del massimo relativismo, dall’identità culturale a quella di genere fino all’esaltazione della cittadinanza come atto burocratico.
Il suo intervento: il vuoto superficiale e mistificatorio di ogni retorica.
Chiara Saraceno. Valutazione chiara e condivisibile nei contenuti iniziali e generali. Merita un appunto nelle conclusioni. Vera l’importanza dell’apprendimento della lingua dalle Elementari, anche se gli anglosassoni partono dagli undici anni per l’approccio ad una seconda lingua. Ma la questione dell’interazione linguistica va oltre all’aspetto didattico e si attualizza precocemente anche nelle espressioni primarie del gioco e delle dinamiche interattive infantili della prima socialità; basti pensare che i vocaboli primitivi nascono dall’ascolto degli altri prima della capacità di elaborazione di una risposta.
Pap Khouma. Già difensore dell’iniziativa di aprire una moschea a Duino-Aurisina, ha lo stesso atteggiamento degli ultimi arrivati in Italia, nonostante la sua adozione nel nostro paese. Anche lui retorico e fintamente diplomatico nella difesa della Costituzione, con il piagnisteo pronto a rivelarsi quando si lamenta della fatica di portare il figlio a scuola perdendo più tempo degli italiani – una sua ideuzza – e poi svela un carattere che sarei curioso di approfondire. Cosa intende per “non ci sto: dobbiamo reagire”. Mi concretizzi questo pensiero, perché lo interpreto come una minaccia, così mi attrezzo.
Igialba Scego. Anche in questo caso la retorica si spreca, supportata da uno spunto di megalomania e di narcisismo: i compagni di scuola hanno imparato molto da lei e gli adulti devono cambiare. Oltre a riprendere il mantra dell’integrazione la cui riuscita, a livello europeo è ampiamente dimostrata nei paesi nordici, in Francia, in Germania ed altre amene località. Ma forse lei intende accettazione, ovvero quello stato di passività di fronte ad un evento che deve essere semplicemente condiviso ed assunto come inderogabile, e che perciò deve comportare un assoggettamento passivo ad altro diverso da sé.
Marino Niola. Un antropologo che conosce il fatto suo e che non ha buttato il cervello all’ammasso. E a proposito di buoni princìpi calati nella realtà, mi aggancio al suo ragionamento per poter culturalmente affrontare la questione dell’integrazione, di cui tutti parlano senza conoscerne le concrete difficoltà. Georges Devereux, antropologo e psicoanalista ungherese naturalizzato francese, ha scritto sull’esistenza di un “inconscio etnico”, ovvero “la parte inconscia che l’individuo ha in comune con la maggioranza dei membri della sua cultura, che si trasmette in via transgenerazionale attraverso una sorta di insegnamento non biologico e che viene sottoposto agli stessi processi di rimozione”.
In parole povere, ognuno di noi è immerso in una psiche storica che affonda le radici nella sua civiltà. Quando l’equilibrio viene meno, si scatenano i comportamenti più disparati nella loro dimensione deviante e patologica, e ciò spiegherebbe l’adesione all’estremismo islamico delle seconde e terze generazioni europeizzate.
Quindi, bene la lingua, la Costituzione e altri ammennicoli razionali, ma lo scontro con i diversi apparati psichici è solo rimandato, come insegnano gli ultimi eventi francesi. Il resto è solo patetico e suicida ottimismo.
Photo credits by Augusto Grandi
1 commento
… di tutta la predica, infarcita di termini eclatanti, rimane ciò “che insegnano gli ultimi eventi francesi. Il resto è solo patetico e suicida ottimismo.” Il che è un evidente travisamento della realtà: due dozzine (forse) di esaltati criminali che si dichiarano islamici …. su cinque milioni di immigrati in Francia od una dozzina, su altrettanti milioni di rifugiati-immigrati, in Germania, sono statisticamente molti meno dei criminali che ammazzano mogli, amanti od ex fidanzate in Italia, dai quali si potrebbe dedurre che nella psiche di trenta milioni italiani – maschi – cova una ancestrale cultura dell’odio alle femmine …….