Secondo alcuni rilevamenti, nel 2021 gli italiani che utilizzano Internet sono cresciuti del 6%, arrivando a sfiorare la quota dei 41 milioni di utenti unici e portando la media giornaliera di tempo trascorso in rete a oltre due ore e mezzo. Si tratta di numeri ancora lontani da quelli di altri paesi, nei confronti dei quali l’Italia paga anche un cronico ritardo nelle infrastrutture di rete; ma la crescita degli stessi è comunque testimonianza di come anche in Italia, oltre che nel resto del mondo, il web sia ormai indissolubilmente legato alla vita quotidiana. Si tratta di un aspetto sul quale è facile sorvolare proprio perché, essendo Internet così calato nel quotidiano, le evoluzioni difficilmente sono colte nella loro portata generale; eppure i campi che sono stati rivoluzionati dalla rete sono innumerevoli, tanto che oggi si può dire che il web sia diventato uno strumento imprescindibile.
Un aspetto che, specie negli ultimi mesi, è stato rivoluzionato dalla rete è il mercato del lavoro. L’impatto di Internet, per esempio, ha determinato la nascita di nuove professioni lavorative: si può pensare agli influencer, ossia a quelle figure che prestano la propria notorietà per pubblicizzare articoli o marchi. Oppure agli youtuber, prendendo in prestito il nome della più famosa piattaforma di streaming per includere tutti quei professionisti che creano contenuti originali da trasmettere in streaming. Si tratta a tutti gli effetti di imprenditori digitali, per i quali la rete è l’unico strumento veramente insostituibile nella propria professione. Sotto un profilo diverso, ancora, si può considerare come Internet abbia trasformato professioni già esistenti grazie soprattutto allo smartworking: il fenomeno è esploso negli ultimi mesi, ma già da tempo il lavoro da casa si stava affermando come un’alternativa rispetto al frequentare un ufficio, rivoluzionando la routine lavorativa di moltissimi impieghi che possono essere svolti direttamente online.

In maniera complementare al tempo lavorativo si pone il tempo libero, e anche in questo campo la rete ha apportato cambiamenti radicali. La diffusione degli smartphone, apparecchi nati appositamente intorno alla possibilità di accedere al web, ha contribuito a rivoluzionare i momenti di svago: i numeri del gaming su mobile sono in continua crescita, e secondo gli ultimi rilevamenti ogni utente spende mediamente quasi 5 ore al giorno su app per smartphone. Si svolgono principalmente in rete anche alcuni dei passatempi più tradizionali come sfide a scacchi, partite di scopa e persino giri di roulette, con quest’ultima che è una delle migliori dimostrazioni delle potenzialità ludiche degli algoritmi di Random Number Generator, tecnologia largamente impiegata proprio in questo settore. Si può poi guardare a nuove realtà come gli eSport, la cui stessa essenza è fondata proprio sulla competizione online e la cui crescita è giunta fino alle porte dei Giochi Olimpici.

Una sintesi potrebbe essere vista nel mondo dell’intrattenimento: un film o una serie tv, infatti, coinvolgono tanto chi ci lavora quanto chi fruisce del prodotto finito, dando quindi una doppia lettura all’impatto del web. Gli scorsi mesi hanno messo in luce gli influssi di Internet nel mondo del cinema: molti film sono rimasti bloccati nell’impossibilità di essere portati nelle sale cinematografiche e, per rimediare, diversi sono stati fatti uscire direttamente su piattaforme streaming. Non si può peraltro dire che si tratti di una tendenza nuova: già nel 2019 The Irishman, opera di un’icona del cinema come Scorsese, fu presentato in anteprima in pochissime sale, con la grande distribuzione affidata invece a un colosso dello streaming come Netflix. Proprio riguardo lo streaming, anche qui la rete ha determinato una trasformazione rilevante, a partire dalla nascita delle piattaforme dedicate. Se in origine queste ultime erano prevalentemente dei distributori, proponendo un catalogo di produzioni di terze parti, oggi il rapporto tende a essere invertito. Quasi tutti i colossi del settore, come Disney e Amazon oltre al già detto Netflix, producono proprie produzioni originali pensate espressamente per la distribuzione in streaming. Per Disney si può pensare alle varie serie appartenenti all’universo Marvel o a quello di Star Wars, con il fenomeno The Mandalorian e l’atteso Kenobi; Amazon, dal canto suo, ha di recente annunciato Gli Anelli del Potere, progetto che ha visto un investimento di oltre un miliardo di dollari per una serie composta da cinque stagioni e ambientata nel mondo inventato da Tolkien.
Gli esempi potrebbero essere ancora molteplici, ma porterebbero alla stessa conclusione: la rete oggi fa parte del quotidiano, e ne rappresenta una componente ormai troppo fondamentale per poterne fare a meno senza una vera e propria rivoluzione di segno opposto.