Negozianti tutti evasori, commesse sempre scorrette e maleducate con i clienti.. E se non fosse vero? Se si potesse ancora aver fiducia nel prossimo, negli acquisti in negozio, nell’onestà di chi ti vende un prodotto anche nel caos degli acquisti di Natale? Capita di andare a comprare da Intimissimi, nella centralissima via Roma a Torino. Capita di pagare in contanti e, tra ressa e fretta, si incassa il resto in monetine ma non la parte in banconote.
Poi, se non si è Musk o Bezos, capita di accorgersi della mancanza di soldi nel portafoglio. Ci si pensa su e si capisce dove si è verificato il problema. Si torna al negozio, ma la commessa che ti ha servito non c’è più. Ovviamente la collega non sa, non può sapere, non può ricordare. Si fida di una cliente sconosciuta? E poi c’è troppa gente in negozio, non si può fare attendere chi vuol fare acquisti. La ragazza si prende il numero di telefono e conclude con il più classico e deprimente “Le faremo sapere”.
Alla chiusura del negozio faranno una verifica di cassa e vedranno se davvero c’è del denaro in più. Arriva la sera, ma non la telefonata del negozio. E neppure il giorno seguente. Ci si mette il cuore in pace. L’avranno considerata una ricca mancia. Meglio per loro, peggio per la cliente che non se n’è accorta subito. Unica possibile reazione: cancellare Intimissimi dai prossimi acquisti.
E poi arriva la Befana. Ed arriva anche la telefonata che non si aspettava più. I soldi sono stati trovati e sono pronti per essere riconsegnati. Accompagnati non dagli improperi per aver costretto le commesse ad un lavoro extra, ma dalle scuse per non aver telefonato subito.
Tutto risolto, tutto finito bene. Soprattutto perché la correttezza e l’onestà di queste ragazze permette di guardare al nuovo anno con più ottimismo. La gente per bene non è sparita, i bravi ragazzi ci sono ancora. E Intimissimi ha conquistato una cliente.