Gli estimatori dei romanzi di Roberto Costantini, dopo il successo della Trilogia del Male (diventata poi una serie di cinque libri), avranno già avuto modo di prendere familiarità con i thriller spionistici che hanno come protagonista Aba Abate. Nel 2020 e nel 2021 l’autore nato a Tripoli, ma romano di adozione nonché di origine, aveva dato alle stampe, presso l’editore Longanesi, “Una donna normale” e “Una donna in guerra”, che raccontava le avventure di Aba Abate, agente segreto dei servizi di sicurezza militare italiani.
Nel nuovo romanzo “La falena e la fiamma” (Longanesi, pp. 348, 22,00€) la stessa protagonista torna con una nuova avventura ambientata all’epoca in cui non era ancora “Ice”, il suo nome in codice, ma soltanto una studentessa ventenne piena di ideali e della convinzione che si possa cambiare il mondo.
Siamo nel 1999. A Tripoli il colonnello Gheddafi sta avviando una serie di riforme con l’intenzione di avvicinarsi all’Occidente. Alla vigilia dell’estate nella capitale libica scompare misteriosamente Rosaria Musumeci, una studentessa siciliana che frequentava i corsi di Khalil Hussein, un celebre professore universitario tornato in patria dopo aver insegnato in prestigiose facoltà statunitensi. La versione ufficiale parla di suicidio, o di incidente. Ma Aba non ne è convinta. Pertanto persuade il padre Adelmo Abate, capo dei servizi segreti italiani, a scegliere lei per sostituire Rosaria nel posto rimasto vacante. La sua intenzione è scoprire la verità, ma non può immaginare che in questo modo si troverà impelagata in un intrigo internazionale che vedrà coinvolti lei, Johnny Nazir – un mercenario ingaggiato dal padre per fare da tramite fra sé e la figlia -, Marina, una sua compagna di corso, nonché i servizi segreti di Libia, Italia e Stati Uniti.
La storia cresce adagio adagio, padroneggiata con abilità da Costantini che in questo modo si conferma abile costruttore di storie che nulla hanno a che vedere con gli stereotipi del genere. Niente superman in giacca e cravatta, nessuna tecnologia fantascientifica, nessuna improbabile fantasticheria. Ancora una volta, come nei romanzi precedenti, i protagonisti sono presentati come persone normali che si trovano ad avere a che fare con situazioni eccezionali.
Non manca la tensione tipica di tutti i romanzi spionistici, fatta di colpi di scena e di misteri che si svelano a poco a poco. Tuttavia, sin dalle prime pagine si avverte che l’autore è italiano, non uno sceneggiatore americano che mira a far sì che la sua storia si trasformi, presto o tardi, in un film o in una serie televisiva dell’HBO.
Tanto per fare un esempio quasi tutta la storia è ambientata a Tripoli o nei suoi dintorni, città dove Costantini è nato, da cui è stato cacciato insieme a tanti altri Italiani quando Gheddafi andò al potere, e nei confronti della quale l’autore nutre una nostalgia che trasuda da ogni pagina. Una nostalgia che si percepiva in modo ben più evidente nei romanzi in cui il protagonista era Michele Balistrieri, una sorta di alter ego dello stesso autore.
Per chi non avesse ancora conosciuto le opere di Roberto Costantini, “La falena e la fiamma” può rappresentare un buon viatico per accostarsi anche agli altri romanzi. Cosa che accadrà quasi sicuramente: prova ne sia il grande successo che le sue storie hanno tra gli appassionati del genere e no.