Domenica alle elezioni non voterò centrosinistra e sarà la prima volta nella mia vita.
Ho sempre votato a sinistra perché così mi considero: persona di sinistra; ma dopo una lunga e attenta riflessione mi duole ammettere che per me votare la coalizione di Letta e Di Maio sarà impossibile. Il che mi fa molto male al cuore, perché io ho la tessera del PD (lo so, c’ho sto problema) e rendersi conto di sentirsi lontano dal proprio partito genera un senso di smarrimento e frustrazione che nemmeno urlando “fuck off, bitch” contro i dirigenti può essere placato.
Visto che dovrò spiegarlo a mio padre, che mi guarderà con sguardo ancor più deluso di quando gli ho detto che avrei mollato legge per fare startup, ho pensato di condividere le mie ragioni in un articoletto.
Fan di Guicciardini, vi butto qui una lista asistematica, non in ordine di importanza. Spero di generare una discussione costruttiva (in realtà no) ma soprattutto spero di avere torto.
Non voto PD perché pensandoci meglio, il PD non è (più?) un partito di sinistra.
Esatto. Avete letto bene. NON è un partito di sinistra (lo è mai stato? Boh, chissà). Ci sarebbe da aprire una grande parentesi su cosa voglia dire oggi “essere di sinistra” ma per necessità di sintesi iper semplifico la mia tesi: essere di sinistra vuol dire lottare contro le diseguaglianze sociali ed economiche. Il PD mi sembra si stia occupando (male) solo di diritti civili, facendosi dettare l’agenda da grandi politologi, come Michela Murgia. Se pensiamo che la nostra priorità siano i gay bullizzati e, in generale, i diritti (privilegi!) civili, allora dovremmo tutti strappare la tessera e votare in massa più Europa; io ero rimasto che quelli erano i liberali e noi eravamo i socialisti ma mi rendo conto che le cose sono cambiate. Chissà cosa è andato storto nel mentre, ah già: Renzi.
Se infatti fate una riflessione sull’unico provvedimento davvero di sinistra approvato dal parlamento negli ultimi 10 anni, scoprirete con grande sorpresa che non è una legge promossa dal PD.
Non voto PD perché non ha un programma energetico credibile.
Io sono pro nucleare. Non perché sia un fisico o un ingegnere ma perché informandomi grazie all’amico Luca Romano mi sono reso conto che se non sei pro nucleare, o sei mia madre (lobbista del petrolio, per lei tutto ciò che non è fossile è na roba da hippie) oppure – appunto – sei un hippie coglione. Forse gli stessi hippie coglioni che pensano che il DDL Zan sia una proposta di sinistra (vedi sopra) o che escludere dai cieli i Jet Privati sia realmente significativo per la lotta al cambiamento climatico (Grimaldi ma sei serio?!). I ricchi nei Jet Privati sono brutti e cattivi ma la vostra amica che doveva ritrovare se stessa con un tour europeo volando low cost (perché è povera ma comunque le piace viaggiare – leggere “la Società signorile di massa” per approfondimenti) da Barcellona a Londra, è solo una cittadina del mondo, oooookkkkaaaaay.
Gli unici che hanno un programma energetico serio (fondamentale, vero punto cardine di questa campagna elettorale) sembrano essere Azione e Lega Nord. Pensa te come siamo messi.
Non voto PD perché le candidature nei territori ogni anno mostrano il vero volto del PD: il potere, che protegge se stesso.
Incredibile come uno parta con l’animo rivoluzionario e poi arrivi a essere il peggiore dei democristiani. Chiedetelo a Di Maio ma anche a mezza dirigenza del PD che la sera si vanta alla festa dell’unità di essere gli unici superstiti della grande FIGC, di giorno poi si accoltellano a vicenda per mandare l’amico/il fedele/il dipendente/il cane-segretario/l’amante o semplicemente la (schwa?) capo corrente a compiere il ventesimo anno in parlamento (quasi due milioni di euro in stipendio pubblico, btw. Salvini sei un principiante confronto a certa gente del PD). Sacrificando nuove leve, giovani in gamba, in generale gente di sinistra. Roba che nemmeno il peggior Berlusconi. A questo punto tanto vale votare l’originale. Almeno era simpatico.
Non voto PD perché Letta è semplicemente uno stolto.
Incredibile come si possa esser professori alla Sorbona e fondatori di una delle top scuole politiche in Italia (che poi l’hanno fatta tutti i miei amici e vi posso assicurare che di Politica non capiscono un cazzo di niente. Si Gus, sto parlando di te) eppure non capire assolutamente nulla di campagne elettorali e di “lettura del sentimento popolare”. La campagna meme è stata un boomerang incredibile, non uno slogan che sappia ispirare un nuovo modello di società (grazie al caz*o, direte voi, prima bisogna averlo. E c’avete pure ragione). Sono davvero colpito come una persona così intelligente (o almeno così dicono) possa partorire (ed essere leader di) una serie di scelte così stupide, improduttive e soprattutto desuete rispetto a come oggi le persone percepiscono e vivono la politica. Non bisogna essere Alec Ross o Bannon per capire che Letta parla a un pubblico che fuori dalle ZTL semplicemente non esiste.
Non voto PD perché la campagna contro la Meloni è stata classista e maschilista.
Ma pensa te se devo prendere le parti di una pseudo-fascio come la Meloni. Eppure sì, se tutte le principali argomentazioni del PD sono state “non votate la destra che è brutta e cattiva, meglio votare noi, anche se non ti stiamo simpatici”, allora abbiamo davvero un problema di contenuti politici. Stesse argomentazioni del 2018 (si è visto come hanno funzionato) ma almeno erano contro Salvini, che voglio dire, è un uomo bianco. Non una donna. Capisci, mister Letta, che se inizi a spiegare a una donna (anche se è la Meloni) come deve fare la donna, come deve interpretare i bisogni di una donna, come si fa la donna di destra e chissà che altro che non è pervenuto ai giornali, allora un po’ di mansplaining lo stai facendo, soprattutto poi se una donna in posizioni da leader il tuo partito (che poi sarebbe pure il mio mannaggiaaccristo) non l’ha mai vista manco per sbaglio. Inutile risottolineare l’aspetto classista nel dire, in continuazione, gli elettori di destra sono tutti stupidi, uneducated, provinciali e gretti. Vero, però sono loro i deboli, dovrebbero votare il PD, se solo i dirigenti non fossero troppo occupati a presentarsi i libri a vicenda.
Non voto PD perché non ha il coraggio di parlare di patrimoniale o di tassazione di grandi patrimoni.
Qualche settimana fa, dopo il lancio della brillantissima campagna meme di Letta (Cristosantissimo), sulla pagina della Lega avevo visto un meme che per un attimo mi aveva fatto tornare l’entusiasmo verso la creatura di Veltroni. Il meme a sinistra ritraeva Letta in rosso, mentre a destra Salvini in blu. Una scritta sotto i volti dei due politici recitava “con loro, la patrimoniale” (sotto la pelata Letta); “con noi, la flat tax” (sotto il faccione di Salvini). Fantastico! Mi sono detto guardando il meme. Mi sono poi reso conto tristemente che era appunto un contenuto propagandistico della Lega. Il PD manco ci pensa di parlare di patrimoniale. E vorrei vedere, anch’io mi preoccuperei della patrimoniale se avessi 20k nella cuccia del cane. Meglio far sposare uomini e donne dello stesso sesso. Almeno non costa a nessuno. E anche oggi, ci sentiamo di sinistra domani.
Non voto il PD perché il PD deve morire per lasciare spazio a una sinistra vera, progressista, socialista, rivoluzionaria.
Ne parliamo da più di 10 anni della morte del PD. Del brand PD che ormai è inficiato da mille brutti aneddoti che hanno reso la politica italiana un teatrino post andreottiano. Io penso che il PD sia una buona, buonissima idea, deliverata male, malissimo. Creare una grande casa che sapesse ospitare la versione 2.0 del compromesso storico era una grande visione politica, se non fosse però che (a distanza di qualche lustro) viene fuori che l’idea non era quella di cambiare l’Italia, bensì amministrarla al posto di Berlusconi. Forse invece che una struttura di potere (perché questo è il PD: una struttura di conservazione del potere, soprattutto nelle persone dei dirigenti locali) avremmo bisogno di un movimento rivoluzionario, che voglia lottare per i deboli (i deboli veramente, raga: i cazzo di poveri, no i f*oci). Che davvero voglia fare la transizione ecologica (che senza l’impiego del nucleare e della lotta al libero mercato è mero e ridicolo giardinaggio). Che davvero voglia lottare contro le diseguaglianze economiche, vero cancro e impedimento a una società equa, giusta.
Ai due amici che mi restano nel PD non ho che da dire se non, “iI’m sorry”.
Mi dispiace, Giorgio. Mi dispiace, Paolo. Mi dispiace, Dunia. Mi spiace, Andrea.
So che è brutto leggere queste parole ma dal profondo del cuore arrivano.
Di fronte a certe delusioni ci sono due atteggiamenti.
Quello di Francesco e quello di Lutero. Cambiare la chiesa da dentro non è stato possibile nemmeno al santo Francesco d’Assisi. Figuriamoci cambiare il PD.
PS:
Non ho ancora deciso cosa votare. Senz’altro voterò perché credo nell’istituzione delle elezioni democratiche e partecipative. Per trasparenza vi dico anche fra chi sono indeciso. Ve lo dico con vergogna e con dolore. Però ve lo dico. Sono indeciso tra Movimento5stelle (perché RdC, decreto dignità sono leggi di sinistra e vanno protette) e Azione (perché son gli unici che hanno un programma energetico credibile).
Ciò detto come tollerare la snervante voce di Conte e come far finta di non vedere il naso toscano, cattivo, di Renzi? Non lo so, raga. Ma basta dirci che la responsabilità del vuoto della politica è sempre colpa degli altri. Diciamoci la verità: la colpa è nostra.
La colpa è del PD.