Sono i miei passi veloci del ritorno.
Il vociare festoso di questa vacanza che non mi appartiene, ma di cui sono passante spettatrice.
Sono questa sposa di una sera veneziana che di bianco vestita tiene per mano il suo sposo con bombetta.
Loro soli e tutto il mondo fuori.
Sono i due centesimi trovati per strada.
Uno la mattina e uno la sera.
Il pensiero di mia mamma che mi dice che vanno raccolti per rispetto.
Sono i bambini che giocando a pallone lo gettano per sbaglio nel canale tra le gondole e tentano di riprenderlo con un bastone, gridandosi a vicenda le indicazioni.
Sono quest’aria calda inaspettata di Primavera e la mia stanchezza meditativa in treno.
Sono te, mentre ascolto la tua voce che mi regala il suo mondo.
Sono il pesco fiorito che illumina la notte e la sua ombra specchiata sul muro della casa.
Sono questo attimo tranquillo che precede i sogni e mi regala immagini del cuore.
Sono tutto questo.
E il desiderio che rimanga dentro per sempre.