L’Iran potrebbe aprire l’ambasciata a Riad. Notizia piccola piccola, ripresa da Agcnews e pochi altri. D’altronde siamo ancora alle ipotesi. Però siamo già passati dal periodo ipotetico del quarto tipo a quello del terzo, forse addirittura del secondo. Teheran ed i sauditi si parlano, e non attraverso le armi. E questa è una notizia. Soprattutto per chi ha diviso il mondo in buoni e cattivi e non ammette che i due fronti possano dialogare. Invece Iran ed Arabia si parlano da tempo. Ciò non impedisce di farsi la guerra per procura nello Yemen, ma il dialogo si è intensificato dopo che anche Riad è finita sul libro nero degli statunitensi.
All’avvicinamento ha contribuito anche Mosca, ormai alla guida della compagnia dei “cattivi”. I sauditi hanno sbattuto la porta in faccia a Biden quando il petomane di Washington pretendeva di aumentate la produzione di petrolio per far calare il prezzo e strangolare la Russia. Ed ora i russi sono in corsa per costruire una centrale nucleare in Arabia. Senza, ovviamente, abbandonare l’alleato iraniano per il quale ammoderneranno e rafforzeranno la flotta navale. Che potrebbe ottenere uno scalo sicuro in Venezuela.
Nel frattempo, per farsi nuovi amici nell’area, gli Stati Uniti hanno deciso che puniranno le aziende turche colpevoli di aver ignorato gli ordini di Washington sulle sanzioni alla Russia. Mentre l’alleato europeo più fedele a Mosca, la Serbia, rafforza gli accordi con l’Azerbaijan, a sua volta fedelissimo di Ankara.
E l’Europa? Si muove! Ma non è un gran bel movimento. Macron, dopo aver incassato la sconfitta della sua nazionale subsahariana ai mondiali di calcio, ha visto partire anche il suo ultimo soldato dalla Repubblica Centrafricana. Ennesima disfatta della politica ottusa di Parigi nel Continente Nero. Ennesima ma difficilmente sarà l’ultima poiché l’insofferenza antifrancese cresce. Però non c’è solo Macron e le sue petites idiotes impegnate a monitorare l’Italia invece di occuparsi dei disastri transalpini. C’è anche Bruxelles, c’è anche l’Unione europea che ha già minacciato il Qatar di durissime punizioni qualora dovesse emergere un coinvolgimento dell’Emirato nella corruzione di alcuni compagni europarlamentari. Minacce estese anche al Marocco per le stesse ragioni.
Si può solo immaginare la risata omerica con la quale avranno accolto le minacce a Doha e Rabat. Perché il Qatar è il Paese da cui dipenderanno le forniture energetiche europee dopo che i maggiordomi di Biden hanno rinunciato a quelle russe. E chiudere anche i rubinetti di Doha è semplicemente impossibile. Quanto al Marocco, se Rabat si innervosisce trasforma il Paese nordafricano nel nuovo immenso porto di partenza per tutti i clandestini con cui invadere l’Europa.
Ma a Bruxelles fanno finta di non sapere nulla. Ed al circolo della Garbatella si preoccupano solo di far felici i mercanti di armi. Tutto il resto del mondo può fare ciò che vuole, gli italiani possono ammalarsi vivendo in case al freddo. Ma le armi devono arrivare sotto l’albero di Natale di Zelensky.