Lo sviluppo delle reti informatiche è alla costante ricerca di nuove tecnologie che rendano i sistemi sempre più performanti e veloci
E, a quanto pare, il futuro delle telecomunicazioni e della trasmissione dei dati ad altissima capacità e densità passa dal grafene, un materiale compatibile con le nuove tecnologie, economico, e particolarmente performante che può aggiungere funzionalità ai nuovi dispositivi realizzando prestazioni finora irraggiungibili.
È quanto emerge da un servizio pubblicato da “Nature Photonics” in merito ai risultati conseguiti da un gruppo di ricerca tutto italiano nato dalla collaborazione tra Istituto Tecip (Tecnologie della Comunicazione, Informazione, Percezione) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (Cnit), coordinato da Marco Romagnoli, responsabile della produzione su larga scala dei componenti optoelettronici.
Questo gruppo di ricercatori fa parte del progetto “Graphene Flagship” , il più grande programma di ricerca europeo nel settore della trasmissione di dati, che comprende centocinquanta partner nel mondo e un budget di un miliardo di euro.
Questa ricerca è stata resa possibile grazie all’impegno della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che supportata da Regione Toscana e da numerose collaborazioni industriali, ha investito negli ultimi anni nelle tecnologie per l’integrazione fotonica costituendo un ecosistema di grande rilevanza sul territorio nazionale ed internazionale nel campo dei componenti ottici attraverso il centro Inphotec.
La progressiva adozione di tecnologie ottiche per connessioni dati sempre più ridotte
dimostrano una convenienza di prestazioni e costi che porterà in un prossimo futuro a utilizzarle all’interno dei calcolatori elettronici per interconnettere gli elementi base dei computer come i processori, le memorie e le periferiche. Questo porterà ad un elevato aumento delle prestazioni complessive dei dispositivi elettronici e sarà reso possibile soltanto grazie all’integrazione fotonica e alla corrispondente riduzione delle dimensioni e dei consumi dei dispositivi.
La ricerca condotta dal gruppo italiano ha evidenziato come sia promettente in questo contesto lo sviluppo di componenti in silicio con l’utilizzo del grafene
È possibile infatti realizzare nuovi dispositivi utilizzando le stesse infrastrutture e gli stessi processi tecnologici usati per produrre i componenti microelettronici, quindi senza grandi ulteriori costi di sviluppo.
“Il modulatore ottico di fase – ha dichiarato Giampiero Contestabile, ricercatore all’Istituto Tecip – la cui funzionalità è stata dimostrata recentemente, insieme agli altri nuovi componenti che utilizzano il grafene, può diventare un tassello essenziale per lo sviluppo delle piattaforme di telecomunicazione e dati ad altissima densità e velocità, necessari per sostenere il tumultuoso aumento delle trasmissioni richiesto dalle nuove piattaforme legate al 5G, lo smart manufacturing (la quarta rivoluzione industriale) e l’internet delle cose“.