Una categoria di untori. È ciò che sono, nella rappresentazione mentale dei sedicenti esperti, quegli italiani che, nella Fase 2, avrebbero preteso persino di oltrepassare i confini regionali nell’errata convinzione che l’Italia sia una e che i feudi siano stati superati.
Curiosamente ciò che conta non sono i km percorsi, la durata dello spostamento, il numero delle persone incontrate. Contano i confini. Se abiti a ridosso di due regioni non puoi comunque varcare la linea che le divide. Se vivi a Voghera non puoi andare a Pontecurone, a neanche 30 km, perché rischi di contagiare il mondo intero. Però puoi andare a Desenzano, ad oltre 160 km. Mentre da Pontecurone puoi andare a lavorare a Domodossola, con una trasferta di soli 200 km.
Certo, qualcuno continua a vivere nel terrore, non vuole uscire di casa e preferisce ricevere, sul divano, l’elemosina pubblica. Il coraggio uno non può darselo, come spiegava Manzoni. Ed allora è comprensibile che se ne resti recluso, con le sue paure, senza neppure un’ora d’aria perché non si sa mai.
Ma gli altri, quelli che preferiscono la qualità della propria vita rispetto alla quantità, quelli che hanno figli a cui far respirare l’aria del mare e dei monti invece di quella abituale della città, perché devono restare agli arresti? Per non umiliare chi ha paura? Per non guadagnare di più rispetto a chi preferisce restare sul divano?
Il lìder minimo ed i dittatorelli dello Stato Libero di Bananas hanno deciso che bisogna prevedere l’elemosina anche per chi lavorava nel turismo. Soldi a perdere, ma che poi dovranno essere rimborsati dall’intero Paese, non soltanto dai sudditi racchiusi nei confini regionali. Soldi assegnati a poltronisti, invidiosi di chi percepiva da prima il reddito di cittadinanza. ma anche a chi vorrebbe riprendere a lavorare, proprio come faranno i concorrenti in ogni altra parte del mondo.
E allora, tra un’autocertificazione e l’altra, i dittatorelli potrebbero prevederne una con la dichiarazione “ho paura, non voglio lavorare, non voglio divertirmi e voglio la carità pubblica”. Così, tanto per chiarire. Mentre i governatori delle Regioni che non sopportano più la carcerazione per i sudditi dovrebbero, se avessero coraggio, cancellare i confini tra chi è d’accordo con la riapertura. Eliminando i blocchi tra Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino, Friuli-Venezia Giulia. Se il Sud e la Valle d’Aosta preferiscono restare isolati, chiudano. Ma rinuncino anche al denaro che arriva dalle altre Regioni.