È arrivata l’ora della rabbia sociale. Pagnoncelli docet. Quanto sono affidabili i sondaggi, almeno quando non riguardano l’andamento elettorale dei partiti?
Ad osservare le città italiane si può pensare che, in questo caso, Pagnoncelli abbia ragione quando sostiene che i due terzi degli italiani temono (o auspicano) una situazione di rabbia diffusa o, perlomeno, di rifiuto delle imposizioni assurde dei dittatorelli dello Stato Libero di Bananas.
Lo si è visto in questi giorni, in queste notti. I bambini sono tornati al parco, giocano tra di loro, madri e nonne chiacchierano tranquille sulle panchine, senza mascherine. I ragazzi hanno ripreso a stare in gruppo. La sera e la notte hanno anticipato le ordinanze e sono usciti insieme, per divertirsi in compagnia.
I politici ed i giornalisti di servizio insistono a raccontare una realtà che non esiste, fatta di responsabilità quando, invece, è solo il terrore imposto da virologi a gettone e ministri incapaci.
Il governo è riuscito a far odiare anche le forze dell’ordine trasformate in sgherri prepotenti che scaricano le frustrazioni sui sudditi inermi. Le vergognose immagini della motovedetta a caccia di un uomo in kayak, da solo, in mare aperto, è uno dei simboli di questa guerra assurda. Chi stava contagiando, l’untore? La pagaia? E la caccia all’uomo orchestrata con la complicità di Barbara D’Urso, sempre contro un uomo solo colpevole di voler respirare? O le regole idiote che vietavano a marito e moglie di viaggiare in auto seduti di fianco? In caso di auto a due posti il passeggero doveva finire nel bagagliaio?
Ora i dittatorelli vorrebbero che le forze dell’ordine intensificassero i controlli nei negozi, nelle botteghe. Ma anche tra gli uomini e le donne in divisa comincia a serpeggiare il dubbio, anche la paura. Perché le incursioni per sanzionare chi sta lavorando, dopo esser stato costretto a sospendere l’attività, possono provocare esplosioni di sacrosanta rabbia. Misure imposte da chi non ha la minima idea di come si lavori nei diversi settori, misure che contribuiranno alla rovina di migliaia di piccole aziende e di decine di migliaia di famiglie che sono occupate in queste attività.
Ma per essere sicuri che tutto venga distrutto, lo sceriffo di Nottingham manderà i suoi uomini a punire chi avrà abbassato la mascherina per respirare decentemente. Chi non avrà utilizzato la “giusta” marca di disinfettante consigliata dagli amici degli amici. Chi avrà permesso ai clienti di avvicinarsi per parlare.
Ovvio che si temano reazioni. Perché la pazienza ha un limite che è già stato ampiamente superato. Ma le tensioni e la rabbia potranno sfociare in mille altre reazioni in ogni ambito. Non basteranno le conferenze stampa del lìder minimo per cloroformizzare il Paese. Scatterà lo scontro tra i renitenti alla vanga chiusi in casa e le mamme che vogliono rimandare a scuola i figli. Un conflitto ampiamente risolvibile: le pecore potrebbero tenere a casa i pargoli, obbligandoli a seguire le lezioni online, mentre chi porta i figli al parco li potrà spedire a scuola. Se poi i primi impareranno poco o nulla, peggio per loro. Purché le famiglie non chiedano altri soldi pubblici per pagare le proprie paure.