D’accordo, se si discute del ministro Azzolina non può trattarsi di una cosa seria. Però un briciolo di decenza dovrebbe essere previsto persino in quel mondo falso della casta italiana, tra ministri, vertici delle forze dell’ordine, sindaci, presidenti delle Regioni, sedicenti esperti e giornalisti di servizio. Invece no.
Nella stessa giornata in cui i Tg di comodo si affannavano ad offrire l’immagine di una scuola stupidamente blindata per il virus, le stesse tv mandavano in onda i servizi dei festeggiamenti napoletani con tifosi in 4 sugli scooter, senza mascherine, senza casco, tutti baci ed abbracci.
In fondo è la rappresentazione perfetta dell’Italia. Regole assurde e totale disprezzo delle regole stesse. Non si sono visti i lanciafiamme millantati da De Luca. Non si sono visti i solerti vigili che multavano fidanzati che si baciavano o la mamma che osava abbracciare il figlio davanti alla sedicente educatrice e vera delatrice. Macché. Il casco è un optional, la distanza una assurda imposizione. Ed i giornalisti di servizio a spiegare, su Rai e Mediaset, che vabbè, bisogna capire la gioia. Quella di baciare la morosa, invece, non va capita.
Ma è giusto così. Scendere in strada a festeggiare un calcio che non è più sport ma solo business permette di dimenticare gli errori disastrosi del lìder minimo e dei dittatorelli; permette di non pensare al tragico autunno che si prospetta. Anzi, nelle prossime partite di campionato servirà qualche arbitraggio scandaloso (non è certo un’impresa difficile, in Italia) per spostare le liti social sul calcio in modo da nascondere i nuovi errori del governo.
Tutti in piazza a strillare e protestare, mentre prof e studenti proseguiranno nella farsa di percorsi obbligati, gel, mascherine, distanze. Un Paese senza dignità. E se, tra 15 giorni, per le strade di Napoli non ci saranno mucchi di cadaveri (e non ci saranno) diventerà difficile, per dittatorelli ed esperti, continuare a terrorizzare un intero Paese obbligando i bambini a stare in spiaggia con lo scafandro. Nel frattempo il sindaco di Torino, quel genio di Chiara Appendino, avrà cancellato una traduzione secolare impedendo l’accensione del farò per festeggiare il patrono della città. Lo stesso sindaco che non aveva fatto un plissé quando la folla si accalcava nella stessa piazza per una partita della sua squadra. Con morti e feriti veri.