In base a recenti report divulgati dagli uffici economici dell’Unione Europea, nell’ultimo trimestre dello scorso anno l’occupazione della Zona Euro è cresciuta in media dello 0,3%
I Paesi che hanno registrato l’aumento dell’occupazione maggiore rispetto al trimestre precedente sono Malta (+1,8%), Estonia (+1,6%), Finlandia (+1,2%), Lussemburgo (+1,1%) e Lettonia (+0,9%). Hanno avuto aumenti minori invece Spagna (+0,4%), Germania (+0,3%) e Francia (+0,2%), paesi che dimostrano comunque di continuare a essere stanzialmente in linea con la media Ue.
Gli altri paesi, dei 28 che compongono l’Unione, evidenziano valori o invariati, oppure in calo come Grecia e Lituania (-0,1) o la Polonia (-0,3).
All’ultimo posto c’è l’Italia che subisce un calo pari a quello dei polacchi e che si posiziona all’ultimo posto di questa speciale graduatoria.
Viene da chiedersi chi tra i politici italiani, ora che è finita la campagna elettorale, si alzerà a commentare questi dati preoccupanti
Sembrano infatti passati secoli da quando le forze ex governative si prendevano il merito di quello 0,4% in più di occupati che si registrò per l’Italia nel corso del terzo trimestre 2017. E le stesse forze che fino a pochi giorni fa erano all’opposizione oggi sembrano ben più preoccupate di chi si siederà sulle poltrone di presidente della Camera e del Senato che non di trovare soluzioni serie ai gravi problemi legati alla produzione e, di conseguenza, all’occupazione del nostro Paese.
Dal chiacchiericcio politico che filtra dai quotidiani e dai telegiornali sembra che siano scomparsi i temi che stanno più a cuore ai cittadini
Roma ha risucchiato la politica che per un mese scarso ha portato candidati e i leader dei partiti in giro per le strade.
Ma i problemi economici che affliggono l’Italia sono rimasti invariati, anzi, come abbiamo visto, intanto si sono aggravati. E non si vede all’orizzonte chi sia in grado di trovare una qualsivoglia soluzione efficace.