Finalmente è arrivato anche il bonus psicologo, un contributo di massimo 600 euro a persona per chi deve sottoporsi a sedute di psicoterapia, aumentate sensibilmente a seguito degli effetti deleteri dei lockdown, restrizioni, paure per il Covid ecc ecc. E così l’elenco dei bonus si amplia sempre di più. Vediamo di riepilogarne alcuni in vigore quest’anno ma siamo certi che ve ne siano molti altri, tra cui quelli stabiliti dalle amministrazioni locali: ecobonus, bonus casa, bonus tv, bonus cultura, bonus luce e gas, bonus Pos, bonus famiglia, bonus assunzioni, bonus hotel e chissà quanti altri. Per non parlare di quelli scaduti il 31 dicembre scorso: bonus affitto, bonus Covid, bonus anziani, bonus babysitter, bonus monopattini, bonus seggiolino, bonus matrimonio, bonus sanificazione, bonus occhiali, bonus centro storico, bonus vacanze. Verrebbe da dire che sarebbe ora di modificare l’articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata non più sul lavoro mai sui bonus (e il green pass…)”.
Ricordiamo che a questi bonus dovremmo aggiungere anche il reddito di cittadinanza (che nonostante la dicitura spetta anche ai non cittadini…) che, a differenza delle buone intenzioni del progetto originario, si è ridotto ad una semplice regalia di Stato poiché i famosi navigator hanno trovato lavoro a ben pochi percettori del sostegno. Per tacere poi delle migliaia di persone che hanno truffato lo Stato, ottenendo il riconoscimento del reddito pur non avendone diritto, di cui le cronache ci informano quotidianamente.
Come si è arrivati a questo sistema ormai consolidato di assistenzialismo? Il primo fu Matteo Renzi che, coi famosi 80 euro mensili in busta paga ai dipendenti, portò il Pd, di cui all’epoca era segretario, al 40 per cento dei voti. Perché a questo servono questi bonus: aumentare il consenso elettorale, non sono certo strumenti di giustizia sociale. Ecco perché nessuna forza politica, a parte slogan vuoti e retorici, si batte realmente per l’abolizione del reddito di cittadinanza, il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti, o per la revisione di tutti questi bonus. Vere e proprie regalie di Stato, di cui sono complici tutte le forze politiche e che porteranno i nostri conti pubblici sempre più in rosso. Oggi nessuno ne parla perché l’emergenza Covid prevale su tutto (ed ecco perché in molti tentano disperatamente di prolungare questa emergenza). Ma ci sarà il giorno in cui i nodi verranno al pettine e lì sarà difficile addebitare tutte le colpe al cattivone di turno, com’è stata la Merkel in questi anni per i sovranisti de noantri.
Stiamo assistendo ad un vero e proprio rivolgimento dell’assetto economico dell’Italia, che sta passando lentamente ma inesorabilmente da un capitalismo che, pur pieno dei difetti tipici di quel sistema, quanto meno aveva un’impostazione produttivistica, ad un assistenzialismo che regala denaro pubblico a destra e a manca per fini elettoralistici senza però eliminare realmente le ingiustizie sociali. Al di là dell’aspetto economico, quello che è ancor più grave è il messaggio implicito che viene diffuso: la dignità della singola persona non è più basata sul lavoro e sul sudore ma sulle mance di Stato. Non ci sono più cittadini ma dei sudditi che stanno costantemente col cappello in mano in attesa che il signorotto, cioè la Repubblica Italiana, elargisca loro qualche moneta da poter spendere il più delle volte per soddisfare semplici e banali bisogni consumistici. Si sta ammazzando anche la voglia di emergere e di sacrificarsi per ottenere risultati. Da una parte una casta di potentati borghesi che mai vengono spodestati dalla loro posizione privilegiata e dall’altra una plebe massificata ed amorfa. Altro che circolazione delle élites di paretiana memoria, qui assistiamo sempre di più ad una società bloccata e priva di dinamismo. E tutto questo viene salutato col sorriso sulle labbra, tanto prima o poi ci sarà un bonus pronto ad allietarti la giornata.
Ecco perché oggi una seria forza politica dovrebbe fare battaglia in Parlamento e per le strade per chiedere l’abolizione di tutti questi bonus. La giustizia sociale deve essere qualcosa di concreto e tangibile, che aiuti i più bisognosi, non certo semplice fuffa elettoralistica ideata per ottenere il consenso. Il problema è che oggi non esistono più forze politiche, men che meno serie, ma semplici lobbies elettoralistiche con l’unico obiettivo di conservare il potere ed i privilegi correlati. Certo, nel frattempo la Nazione sta affondando ed in futuro arriveranno tempi ancor più bui. Ma a loro interessa unicamente la prossima scadenza elettorale, non certo il lungo termine. Allora non rimane che un’unica via: creare dal basso realtà produttive e sinergiche che riescano a dar vita ad un potere concreto e reale che si opponga alla visione assistenzialistica oggi in voga. Per far questo però servono Uomini pronto al sacrificio e al sudore. Ve ne sono ancora in giro? Noi crediamo di sì, si tratta solamente di scovarli e metterli in relazione tra di loro.