Sarebbe ingiusto bocciare Sua Divinità per il nulla messo in campo sino ad ora. Troppo poco tempo a disposizione, troppi i disastri provocati dal lìder minimo e dal governo degli Incapaci. Inoltre aver confermato alcuni ministri, a partire da Speranza, rende complicato quel “cambio di passo” che vedono solo Salvini e Berlusconi. Non lo vedono le “partite Iva” e, quando lo intravedono, scoprono che il passo va nella direzione sbagliata.
Perché è la direzione indicata dall’attuale ministro Cingolani solo due mesi prima di accettare l’incarico: eliminare le Pmi, ed a maggior ragione le micro imprese, per favorire la concentrazione di tutte le attività in grandi gruppi. Scelta legittima, certo, ma che è carente sotto un aspetto non proprio irrilevante: che fare del tessuto di Pmi che rappresenta più del 90% delle imprese italiane e più dell’80% degli occupati?

Per il momento il governo dei Migliori evita accuratamente di affrontare il tema del “dopo”. Mentre è attivissimo sulla prima parte dell’obiettivo: distruggere le partite Iva. Distruggendo, in questo modo, ogni diversità, ogni peculiarità, ogni professionalità che non sia al servizio delle multinazionali. Ma tutti i piccoli e micro imprenditori che hanno festeggiato l’arrivo di Sua Divinità non possono neppure illudersi di venir assorbiti nei grandi gruppi. Dove determinate competenze non servono a nulla, dove inventiva e creatività sono un inutile fastidio, una pericolosa complicazione che va a minare la produzione standardizzata.
Così il discorso di insediamento di Enrico Letta alla guida del Pd, con il passaggio sullo Ius Soli, non rappresenta solo un modo per marcare il territorio e segnare le differenze con i momentanei alleati nella grande ammucchiata, ma risponde perfettamente alle linee programmatiche delle multinazionali e dei loro uomini collocati nel governo. L’esercito industriale di riserva teorizzato da Marx come grande pericolo per i lavoratori autoctoni. Nuova immigrazione di braccia a basso costo, reddito di sopravvivenza per chi si è entusiasmato per Draghi non comprendendo di rappresentare un ostacolo per i nuovi padroni.

Arresti domiciliari prolungati per abituarsi ad un futuro senza illusioni.
D’altronde lo si nota anche analizzando l’andamento borsistico di alcuni colossi, con una crescita inspiegabile sulla base degli ultimi risultati, ma che diventa comprensibile se si pensa alle future acquisizioni di gruppi più piccoli, arrivati a fine corsa. Si procede verso grandi aggregazioni. Persino nel turismo italiano, annientato da Speranza e da esperti a gettone, si registrano movimenti che non sono legati esclusivamente all’ingresso massiccio di capitale mafioso, ma anche al progetto di concentrazione. Il monopolio avanza in ogni ambito, con l’obiettivo di andare a recuperare i risparmi obbligati che le categorie tutelate hanno dovuto fare in quest’anno.
Gli arresti domiciliari hanno ridotto i consumi. Se n’è accorto anche Gentiloni che vuole ora entrare nelle case degli italiani per prelevare il denaro non speso. Lui sogna nuove tasse, le multinazionali sognano aumenti di prezzo per tutti i settori che riusciranno a conquistare.