Si definiva un artigiano, non un poeta. Non amava la scuola, ma la letteratura e gli spettacoli teatrali riempivano le sue giornate. Poeta e scrittore di teatro, Jacques Prévert ci ha lasciato tra le più belle poesie d’amore di tutti i tempi.

Jacques Prévert nasce nel 1900 a Neuilly-sur-Seine. Sua madre cuciva sacchi di patate, suo padre faceva più lavori per mandare avanti la famiglia e mantenere lo status di “borghesi”. Uno di questi lavori era quello di far visita ai poveri della città per decidere chi dovesse ricevere delle sovvenzioni statali. Durante i suoi giri portava spesso con sé suo figlio Jacques, che fin da piccolo toccò con mano la miseria e il degrado di alcuni quartieri della città di Parigi. Il padre lo portava anche spesso a teatro, passione che il poeta sviluppò dunque fin dall’infanzia.
Fu chiamato a prestare il servizio militare e fu costretto alle armi, nonostante la sua contrarietà. Tornò dal fronte ancora più antimilitarista di prima e prese casa con tre amici e suo fratello (regista) nel centro di Parigi. L’abitazione diventò luogo di riunione dei surrealisti. Prévert aveva infatti abbracciato il surrealismo, ma finì per abbandonarlo dopo pochi anni per degli screzi con Andrè Breton.

L’esperienza teatrale e quella cinematografica
Nel 1932 entrò a far parte del Groupe octobre, compagnia teatrale che si esibiva nelle fabbriche in sciopero, al fine di proporre un “teatro sociale”. Fino al ’36 la sua attività produttiva per creare un repertorio fu intensa. Scrisse La Bataille de Fontenoy, parodia della Prima Guerra Mondiale, che fu premiata a Mosca alle Olimpiadi del teatro operaio.
Allo stesso tempo si avvicinò anche al mondo del cinema, grazie al fratello. Si cimentò dunque come sceneggiatore e dialoghista. Tra i suoi film più famosi, con Carné alla regia, ci sono Il porto delle nebbie (38), Alba tragica (39), Amanti perduti (45). I due si resero protagonisti della corrente del realismo poetico, che si ispirava alla realtà quotidiana, che veniva però sublimata dal sogno, in una sorta di fuga estatica.
La produzione poetica
Ciò che Prévert scriveva al di fuori di cinema e teatro veniva pubblicato solitamente su delle riviste. Fu solo dopo la Seconda Guerra Mondiale che tutti i suoi testi vennero riuniti in una raccolta intitolata Paroles. La prima edizione conteneva 91 componimenti, che diventarono 95 nella seconda. La raccolta si apre con una poesia scritta già nel 31, Tentative de description d’un dîner de têtes à Paris-France, che termina così: “il sole splende per tutti, non splende nelle prigioni, non splende per chi lavora in miniera”.
Il successo fu enorme, la maggior parte della critica riconobbe la sua capacità di giocare con i cliché, per poterli ribaltare. I suoi versi sono un misto di prosa e poesia, molti denunciano ingiustizie e sfruttamenti. Vi si contrappone un’atmosfera fiabesca, giocosa e libera, ricordo della sua prima esperienza surrealista e della passione per il teatro.
A causa di un incidente nel ’48 (cadde da una finestra) rimase in coma per diverso tempo. Si riprese, ma decise di trasferirsi con la famiglia a Saint-Paul-de Vence. Ritornò a Parigi solo nel ’55 dove si dedicò alla tecnica del collage e pubblicò una nuova raccolta di poesie, La pluie et le beau temps. Morì nel ’77 a causa di un tumore ai polmoni.
Alcune poesie d’amore di Jacques Prévert
- I ragazzi che si amano
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.
- Il giardino
Mille anni e poi mille
Non possono bastare
Per dire
La microeternità
Di quando m’hai baciato
Di quando t’ho baciata
Un mattino nella luce dell’inverno
Al Parc Montsouris a Parigi.
- Alicante
Un’arancia sulla tavola
Il tuo vestito sul tappeto
E nel mio letto tu
Dolce presente del presente
Freschezza della notte
Calore della mia vita.
- Paris at night
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vedere tutto intero il tuo volto
Il secondo per vedere i tuoi occhi
Il terzo per vedere la tua bocca
E l’oscurità intera per ricordare tutto questo
Mentre ti stringo fra le braccia.
- Ubriaca di te
E i bicchieri erano vuoti
e la bottiglia spaccata
E il grande letto era aperto
e la porta serrata
E tutte le stelle di vetro
della felicità e della bellezza
splendevano nella polvere
della stanza in disordine
E io ero ubriaco morto
e tutto una vampa di gioia
e tu ubriaca viva
nuda tra le mie braccia.