Assume sempre più le sfumature di una complicata vicenda di spionaggio di un film americano la pubblicazione, il prossimo 17 aprile, del volume di oltre 300 pagine “A Higher Loyalty”, scritto dall’ex capo dell’FBI James Comey.
Nel libro Comey racconta del presidente americano Donald Trump e delle intricate peripezie, durante le sue indagini sui rapporti tra il tycoon e la Russia. Il 9 maggio 2017 fu licenziato per mano del presidente americano Donal Trump mentre indagava sul Russiagate, su indicazione di due membri del suo governo, il Procuratore generale della Giustizia, Jeff Session, e il suo vice Rod Rosenstein.
Il Russiagate si svolge durante l’ultima campagna elettorale americana, quando l’FBI con riservatezza aprì, parallelamente all’inchiesta sulle mail di Hillary Clinton, un’indagine sulle possibili interferenze di Mosca volte a influenzare il voto delle presidenziali e a favorire il candidato Donald Trump.
In un’intervista rilasciata a ABC News, Comey sferra uno degli attacchi più duri che si ricordino verso un presidente in carica ed afferma che “c’è certamente qualche prova di ostruzione della giustizia” nelle azioni di Trump, definendolo “un bugiardo seriale” e “non moralmente idoneo” a fare il presidente degli Stati Uniti poiché “potrebbe essere vulnerabile a un ricatto della Russia”, a causa di un presunto video in cui si vede il presidente nel 2013 in un hotel di Mosca praticare una golden shower con alcune prostitute che urinano sul letto dove avevano dormito Barack e Michelle Obama.
Inoltre la causa del suo licenziamento potrebbe essere legata alla richiesta del presidente americano di porre fine alle indagini sull’ex consigliere alla sicurezza nazionale alla Casa Bianca, Michael Flynn. Nessun presidente aveva chiesto mai notizie su indagini in corso, Comey è fermamente convinto che la Russia abbia interferito nelle elezioni americane, per questo motivo definisce Trump “bugiardo è immorale. Come un boss della mafia. La sua leadership è guidata esclusivamente dall’ego”.
Comey motiva così l’inadeguatezza di Trump alla presidenza USA: “Il nostro presidente deve incarnare il rispetto e aderire ai valori che sono al cuore del nostro paese, il più importante dei quali è la verità, questo presidente non è in grado di farlo”.
L’intervista dell’ex super poliziotto della polizia federale e le stoccate al Presidente hanno suscitato risentite reazioni da parte della Casa Bianca, spingendo Trump a una vera e propria guerra di tweet contro Comey: “È stato un vero onore licenziare James Comey per il suo modo penoso di lavorare… è una persona debole, una palla di fango che è stato, come si è visto, un pessimo direttore dell’Fbi”.
Comey afferma che mai avrebbe immaginato di scrivere un libro, ma in seguito al suo licenziamento ha voluto farlo per essere utile soprattutto ai giovani, per far capire loro in che fase pericolosa sta vivendo il Paese paragona Trump a ”una foresta in fiamme che può fare enormi danni ai valori fondanti del nostro Paese come la verità. È moralmente inadatto per essere Presidente”.
Le rivelazioni di Comey potrebbero far rischiare al Presidente di finire sotto impeachment. In tutta la storia degli Stati Uniti solo due presidenti sono stati salvati una volta finiti sotto la procedura di impeachment dal Senato: Andrew Jonson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998. Tutti gli altri Presidenti invece si sono dimessi prima, come ad esempio fece Richard Nixon quando fu coinvolto nel famigerato caso Watergate nel 1974.
Regole politiche e valutazioni giuridiche si intrecciano nel film più interessante della storia moderna americana, la teatralità della vicenda è sbalorditiva, gli Stati Uniti se non sono sull’orlo di una crisi di sistema lo sono sicuramente di una crisi di credibilità.