“Senti papi…” mio figlio mi sta davanti, dritto in piedi. E mi guarda, con quegli occhi neri, da orientale, che sembrano sempre scavarti dentro…
È sera. Anzi, ormai praticamente notte. Mi sono attardato a scrivere. E a fumare.
Dimmi…
“Cosa sono i jinn?” così, diretto. Senza preamboli. E mi coglie di sorpresa. Certo, sono abituato alle sue domande improvvise. Sugli argomenti più diversi, dai personaggi dei cartoni animati al… sesso.
Ma questa, proprio non me l’aspettavo.
Dove hai sentito quel nome?
“Su YouTube. C’è un video da un posto, dall’Arabia Saudita, che fa sentire un verso… Strano. Fa paura. Come un grido. Ma non umano..” sembra davvero spaventato. Strano. Come tutti i pre adolescenti ama gli horror. Zombie, clown assassini, storie di serial killer… E non gli fanno né caldo, né freddo…
Ho capito. Cosa vuoi sapere?
Si bilancia sui piedi, dondolandosi.
” Ecco… cosa sono, se sono cattivi… e se (pausa imbarazzata) vivono anche qui…”
Qui? No. Non i jinn. Vivono molto lontano. Nel deserto, soprattutto. In luoghi solitari. Case, castelli abbandonati… Così almeno si racconta…
“Dove lo raccontano, papi?”
In dei libri… Antichi. Sai, si dice che noi, gli uomini, non siamo gli unici abitanti della terra. Che vi siano altre stirpi. Esseri diversi da noi. E che, in molti casi, sono qui da ben prima di noi…
“E sono nostri amici o nostri nemici, papi?”
Dipende… più che altro da noi. Da come ci comportiamo. Perché, vedi, noi uomini ci comportiamo come se fossimo gli unici abitanti terra. Come se tutto qui, fosse nostro. E potessimo fare ciò che vogliamo. Senza alcun freno. Né alcun rispetto per… gli altri.
“Ma chi sono questi altri?”
Beh, gli animali, intanto. E anche le piante. Che non sono cose. Ma esseri. E poi le tradizioni, le storie che vengono raccontate da papà in figlio da tanto, tantissimo tempo, ci parlano di spiriti, fate, folletti…
“E anche di jinn, papi?” quando una cosa gli entra in testa… manco con un martello pneumatico…
Sì. Anche di jinn. Che non sono, in genere, cattivi. O meglio, non lo sono se non li vai a disturbare. Nei luoghi ove vivono. Perché, in genere, non amano la presenza degli uomini… e credo non si possa dar loro tutti i torti…
“Perché noi siamo dei rompi, papi?” sorrido.
Hai proprio ragione. Siamo dei rompi… Nel senso che rompiamo l’equilibrio. Ogni equilibrio naturale. Perché non siamo capaci di vederlo. Di vedere la bellezza e l’armonia delle cose. Della natura. E della vita. Siamo ciechi. Se non a noi stessi. O meglio a quello che ci sembra importante per noi… E anche quando parliamo di natura, di ecologia, di salvare il mondo… non facciamo che parlare. E non cambiamo. Perché alla fine siamo solo presi da noi stessi. Dal nostro egoismo. E dalle nostre paure.
“E gli altri, i Jinn ad esempio, non hanno paura?”
No. Perché vivono in armonia. E quindi non hanno paura. E sanno tante cose che noi abbiamo dimenticato. E che solo si ritrovano in vecchi libri che nessuno più legge… Perché nessuno più legge, purtroppo . Tutti ascoltano la TV. E credono a quello che da lì viene detto…
“E queste storie, papi? Tu le conosci?”
Sì. Qualcuna me la ricordo. Le ho lette tanto tempo fa…
“E me ne racconti una? Una storia di jinn… ” si accoccola come un gatto accanto a me. Gli accarezzo i capelli. Guardo fuori dalla finestra. C’è una strana luna. Mi viene in mente che, per i musulmani, è la fine del Ramadam. I’d al-Fitr. Una notte magica. Incantata. Una notte perfetta per narrare storie.. .
E comincio a raccontare di una grande città, che si chiamava Baghdad. Di un ragazzino coi capelli neri e gli occhi da orientale e, diciamo, un poco turbolento. Che si chiamava Aladino. E che, un giorno, trovò una lampada. E….