La leggenda narra che nel 1909 Guido Ara, mediano della Pro Vercelli dei mitici albori del calcio italiano, avesse pronunciato una frase che poi è passata alla storia: “Il calcio non è un gioco per signorine”.
Ma i tempi sono cambiati e può succedere che una partita di calcio femminile della 19ma giornata del campionato di serie A abbia goduto di una esposizione mediatica senza precedenti. E non solo.
È successo ieri all’Allianz Stadium di Torino. La partita tra la capolista Juventus e la diretta inseguitrice Fiorentina è stata seguita sugli spalti da 39.000 spettatori e da centinaia di migliaia di telespettatori, complice anche la sosta del campionato maschile, interrotto per lasciare spazio alle prime gare di qualificazione al prossimo campionato europeo che si terrà nel 2020.
Le due squadre sono ben disposte in campo e dimostrano un atletismo che nulla ha da invidiare ai loro colleghi maschi, anzi. Le giocatrici vogliono dimostrare in tutti i modi le loro qualità, anche perché molte di loro parteciperanno, o vorrebbero partecipare, ai prossimi mondiali che si disputeranno in Francia dal 7 giugno al 7 luglio.
Forse manca ancora la tecnica, indispensabile nel calcio moderno. Le ragazze portano troppo la palla e solo raramente riescono a giocare di prima. In tal modo le difese hanno spesso la meglio, e la gara si snoda in un sostanziale equilibrio tra le due squadre, che però ci provano e colpiscono due legni per parte.
La partita si sblocca solo all’81’, quando il portiere viola esce per colpire di pugno e rinviare; manca però la palla e Pedersen insacca di testa nel modo più facile.
Le bianconere vincono e si portano a quattro punti di vantaggio proprio sulle avversarie di giornata e, con tre sole gare da disputare, mettono una seria ipoteca sullo scudetto che già portano orgogliosamente cucito sul petto.
È vero: il calcio non è un gioco per signorine. Ma è uno sport che si addice ad atlete preparate che mettono in campo tutte le loro energie e la loro passione.