Mammamia, che noia!
Dopo appena sette giornate di campionato la Juve è tornata in testa alla classifica.
E dire che tutti avevano individuato nell’Inter la vera alternativa allo strapotere bianconero, dopo che i nerazzurri avevano sbaragliato tutte le avversarie nei primi sei turni.
Però queste avversarie non erano propriamente all’altezza delle ambizioni interiste: Lecce, Udinese e Sampdoria veleggiano nelle parti basse della classifica. Solo Cagliari e Lazio, attualmente appaiate a 11 punti, avevano fatto vedere qualcosa di meglio. Ma la squadra di Conte le aveva superate entrambe di misura.
E persino il Milan visto fino ad ora non si dimostrò, alla quarta giornata, un avversario capace di intimorire l’allora capolista. Tant’è vero che, malgrado la soffertissima vittoria di sabato contro il Genoa, la dirigenza rossonera ha sostituito il tecnico Gianpaolo che era stato chiamato dalla Sampdoria a rivoluzionare il gioco del troppo bistrattato Gattuso.
Ma le prime avvisaglie di cedimento di quella che appena una settimana fa era considerata una schiacciasassi imbattibile, si erano già viste al Camp Nou di Barcellona mercoledì scorso. Contro i Blaugrana l’Inter era andata clamorosamente in vantaggio dopo neanche tre minuti dall’inizio con Lautaro Martinez, ma si era poi chiusa a riccio lasciando troppo l’iniziativa ai padroni di casa che hanno poi vinto in rimonta con una splendida doppietta di Luis Suarez. E lo stesso errore hanno commesso gli uomini di Conte (Antonio, non Giuseppi) contro una Juventus che domenica sera è scesa a San Siro convinta di potercela fare.
Il pressing alto predicato, e sperimentato, in precedenza da Sarri, ha cominciato a dare i suoi frutti. E soprattutto il gol di Dybala al quarto minuto ha spianato la strada ad una vittoria più che meritata. Non è bastato il rigore segnato da Lautaro nel finale della prima frazione, causato da un’ingenuità di De Ligt. La chiuderà Higuain nel secondo tempo dopo un’azione che ha contato ben 24 passaggi veloci tra i giocatori juventini, prima di arrivare al tiro.
È già fuga? Per carità, no!
A tre punti dalla capolista c’è una non più sorprendente Atalanta che, in casa, ha liquidato per 3-1 il Lecce, e che inanella il quinto risultato utile consecutivo. E a sei punti c’è ancora il Napoli che è stato brillantemente fermato da un Torino che, piano piano, sta recuperando certezze e solidità di gioco.
Intanto la pausa per le Nazionali darà la possibilità a tutti di rifiatare e di rivedere quel che non funziona.
In attesa che da sabato 19 si riprenda con l’ottava giornata.